Se volete saperne di più su come e perché Jeff Bezos si è comprato il Washington Post per 250 milioni di dollari, basta leggere un articolo. Questo, proprio del Washington Post stesso (per il bellissimo titolo c'è anche questo). Mi limito a elencare solo 4 punti, per me i più interessanti:
- Il Washington Post, il secondo più autorevole quotidiano d'America dopo il New York Times, era in vendita. Perché, semplicemente, era in perdita costante. Non è che Bezos ha fatto una proposta indecente che ha fatto decidere per la vendita, è stato solo scelto quale migliore opzione possibile. La differenza è sostanziale.
- “The Post could have survived under the company’s ownership and been profitable for the foreseeable future. But we wanted to do more than survive. I’m not saying this guarantees success, but it gives us a much greater chance of success.” Il Post poteva sopravvivere anche senza Bezos ma coloro che ne detenevano la proprietà da 80 anni, la famiglia Graham, volevano di più. In soldoni, il secondo quotidiano americano, e uno dei più autorevoli al mondo, non aveva un modello di business preciso di medio/lungo periodo. Non una bella notizia.
- Bezos si compra il quotidiano per sé, rimarrà il solo proprietario e questo non avrà nulla a che fare con il modello Amazon. In più, sottolineano, non dovrà rendere conto ad azionisti e investitori dei risultati trimestrali. Questo significa che potrà darsi obiettivi di medio/lungo periodo senza patemi di breve periodo, per cercare un modello di business che dovrà essere, per forza di cose, nuovo.
- Bezos non ha nessuna esperienza da editore nella gestione di mass media e quotidiani. Se guardiamo alla sua storia, ha rivoluzionato il modo di comprare e vendere libri con un modello di business totalmente nuovo, che ha spiazzato le case editrici tradizionali. Il tutto partendo, come vuole la leggenda, dal garage e da un prestito dei suoi genitori. Ma Amazon, sottolineo con l'evidenziatore giallo, ha fatto profitti 9 anni dopo essere nata. Nove anni.
Un'ultima cosa, leggete i commenti dei lettori. "Meno opinionisti, più giornalisti investigativi e fact checker". Sottoscrivo.
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