La cifra artistica della genialità di Grillo consiste proprio nell’aver definitivamente rottamato (anzi annichilito, vaporizzato, atomizzato) il concetto di fact checking in un paese che semplicemente non ha gli strumenti per discernere il vero dal verosimile.Questa frase mi ha colpito per un motivo particolare: era l'unica dell'intero articolo (lo trovate qui) sul quale non concordassi per niente (il resto del pezzo è molto buono). Il fact checking in Italia è moribondo da decenni, semplicemente perché i giornalisti hanno perso le basi del loro lavoro. Grillo non ha rottamato nulla, ha fatto semplicemente come Berlusconi negli ultimi vent'anni: vai in diretta, vendi il prodotto con frase ad effetto, ripeti le cose più volte (o urlale, alla Grillo) e la pancia dei lettori/spettatori sarà saziata. Ha demonizzato per mesi l'ex cavaliere e la TV per poi utilizzarli entrambi per scopi che hanno un grosso limite: una tattica di brevissimo periodo. Nessuna strategia, nessun obiettivo, nessuna prospettiva di governo. Questo si è visto benissimo, nonostante i selfie del conduttore.
"La democrazia in diretta non funziona" si dice qui. Pienamente d'accordo. La differita metterebbe il giornalista in una posizione di vantaggio, avendo modo di verificare le informazioni. Se le TV vogliono la diretta, lo fanno anche loro per una tattica di brevissimo periodo: gli ascolti. I giornali avrebbero il tempo per fare quei controlli che rendono il fact checking una necessità per il giornalismo del futuro ma non li fanno, perché non interessano. Così dicono. Avete provato a leggere i dati delle vendite e degli ascolti? Sicuri sicuri che vada tutto bene così?
A mio modo di vedere, se qualcuno mi fa vedere, con metodo e preparazione specifica (il fact checking è cosa difficile da fare), che un politico mi ha raccontato un sacco di balle, non potrei fare a meno di ringraziarlo. Soprattutto nel caso di un giornalista. Dovrebbe essere il suo mestiere, non farsi le foto da solo con l'intervistato di turno.
Nessun commento:
Posta un commento