Sono a pranzo e leggo su Twitter che
il Guardian ha cancellato un articolo che aveva pubblicato su un falco "assunto" dal Vaticano per proteggere le colombe del Papa. Era un pesce d'Aprile.
Va bene, direte voi, mica è la prima volta,
cosa c'è da commentare? C'è tanto da dire, invece. E sta tutto in quelle tre righe: il Guardian ammette di averlo cancellato, non lo cancella e basta. Comunica al suo lettore tre cose, in modo semplice, diretto, chiaro:
- Anche noi dell'illustre The Guardian, freschi vincitori del premio Pulitzer, cadiamo nella trappola dei pesci d'aprile;
- Ammettiamo serenamente per iscritto, sul nostro stesso sito, di aver preso una bufala e di non aver controllato bene le fonti, ossia di non aver fatto bene il nostro lavoro;
- Te lo diciamo apertamente, caro lettore.
Si chiama sensibilità verso chi ci legge, ossia verso chi paga lo stipendio a tutti quelli della redazione. Ci ho già scritto in passato (
vedi qui), lo ribadisco: sono sempre belle lezioni per il giornalismo in generale, specialmente quello italiano.
Repetita iuvant.
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