La comunicazione di una società di queste dimensioni non può permettersi di fare errori che una segretaria giudicherebbe imperdonabili, con piena ragione. Ad oggi, la Juventus rischia una multa ma poteva andare peggio. Sul proprio sito, conferma di essere disposta a chiarire "eventuali disguidi documentali" con la Procura antidoping. Dovrebbe anche pubblicamente chiedere scusa a Cannavaro per un pasticcio che poteva costargli un significativo danno d'immagine. "La Juventus assicura a Fabio Cannavaro e a tutti i giocatori che farà installare negli spogliatoi apposite buche delle lettere numerate, in modo tale da poter recapitare eventuali raccomandate in modo efficace e celere". Questo mi piacerebbe leggere sul sito. Ma si sa, il calcio è una cosa seria.
venerdì 9 ottobre 2009
"C'è una raccomandata per la Vecchia Signora"
Una squalifica per doping per una raccomandata non aperta. Questo il rischio corso da Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale campione del mondo e difensore della Juventus. I fatti sono citati dal portale del Corriere della sera. Ma come? In una delle più importanti società di calcio a livello italiano e internazionale, quotata in Borsa, non si leggono le raccomandate con ricevuta di ritorno spedite dal Ceft, il Comitato per l’esenzione ai fini terapeutici del CONI? Ebbene è così. I dirigenti bianconeri hanno anche mostrato la busta ancora sigillata. Questo caso dimostra, per l'ennesima volta, quanto sia fondamentale per un'azienda saper fare bene le cose semplici. Si monitorano 24 ore su 24 le agenzie di stampa, si spulciano siti web misconosciuti per verificare che non ci siano rumors su giocatori e società, si aggiorna il proprio portale sull'ultimo infortunio del mediano al mignolo del piede (oppure, di una puntura di un'ape per un difensore) e poi non si leggono le lettere ufficiali. O si "rimbalza" una telefonata importante.
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