Domani inizia la mia nuova vita professionale. Non sarò più consulente esterno ma, finalmente, quello che le decisioni dovrà prenderle in prima persona: si tratta di un salto che volevo fare da tanto e ora ci sono. La domanda che mi rimbalza nella testa oggi è questa: come deve essere un responsabile marketing e comunicazione oggi? Viviamo in un'epoca di cambiamenti veloci, i punti fermi tradizionali come le 4 P o le 5 W non servono più a molto. Ci vuole attenzione costante alle ultime novità, agli esempi positivi, agli errori da evitare. Il libro del nuovo marketing si sta scrivendo, ora, su Internet e ha milioni di pagine, non c'è un inizio e una fine, non c'è un indice e non rimane immutato nel tempo. Allora, quale strada seguire?
Un indizio arriva da una survey di IBM, analizzata da Marketing Journal. Questo sondaggio sostiene che il futuro del marketing e della comunicazione è caratterizzato da cinque valori fondamentali: semplicità, chiarezza, coerenza, affidabilità e lealtà. Apparentemente sembrano abbastanza ovvi, in realtà non è così ed è opportuno ribadirlo. Pensiamo ai progetti di marketing che abbiamo visto e gestito, ai responsabili che li curavano, alle idee che venivano espresse. Sono certo che molti di questi non avevano al loro interno quei cinque valori, tutti insieme. E qui forse sta la vera sfida: creare una relazione tra l'azienda e i clienti che sia davvero semplice, chiara, coerente, affidabile e leale. A parole è facile, è nei fatti che sta tutta la differenza del mondo. E qui la cosa si fa molto più difficile, perché il marketing deve portare e difendere questi valori fin dall'inizio della catena produttiva, fin dal'idea iniziale di un nuovo prodotto e servizio. In Italia, il marketing arriva spesso a "prodotto finito", quando c'è da promuoverlo. Non basta.
Un altro dato (positivo) che emerge dalla survey di IBM è che le “comunicazioni pirotecniche”, se non sono supportate da una reale qualità del prodotto, avranno sempre meno possibilità di successo. A dire la verità, l'ho sempre pensato. Il punto però è lo stesso di prima. Non serve fare fuochi artificiali, serve "preparare la festa" fin dall'inizio in modo tale che con semplicità e coerenza si possano rendere soddisfatti i nostri clienti. Servono figure jolly in grado di poter parlare con tutti, all'interno e all'esterno dell'impresa, per ottimizzare quello che viene comunicato. Penso che la più grande sfida dell'uomo di marketing e comunicazione, oggi, sia proprio questa: armonizzare il dentro e il fuori dell'azienda, per capire come le potenzialità possano essere espresse al meglio. Il fatto che non ci siano bibbie da consultare e facili acronimi a cui attaccarsi forse è un grande vantaggio: ognuno dovrà dare il meglio si sé per capire cosa può fare nella propria specifica realtà. Non ci sono facili ricette, ci sono solo tante nuove idee da trovare e sperimentare. Bello, no?
MI è piaciuto moltissimo questo tuo post! Tra l'altro, sto leggendo un libro che si intitola "MArketing 3.0" ed è molto interessante, secondo me. Anche io credo che questo approccio debba modificarsi, snellendo e portando la relazione cliente-azienda verso lidi di sincerità, piuttosto che di inganno con i lustrini per indurre al consumo.
RispondiEliminaCarolina, hai centrato il punto. Ho finito di leggere un (brutto) libro che sostiene, come tesi centrale, che le aziende stiano inventando nuovi modi di fare propaganda. In realtà, si tratta appunto di pessimo marketing. Invece, è proprio parlare in modo chiaro e sincero al cliente la vera sfida. Come farlo? Ad ognuno il suo circo, diceva Prevert- :-)
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