Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro, poi ferie in famiglia (e anche il blog avrà le sue meritate vacanze). Insieme ci godremo le Olimpiadi. Come seguirle? Con la cara, vecchia TV? O con Social Media, smartphone e altre cose molto più cool? Intanto questo evento mondiale sottolinea il grosso momento di passaggio che sta vivendo la comunicazione, sportiva e non, dove non ci sono più certezze sul "lancio della notizia". Come descrive bene questo articolo, è la prima Olimpiade nella quale i social network possono avere un ruolo importante nella gestione e nella fruizione delle news. Come in tutti gli altri settori della nostra vita, i creatori di notizie stanno diventando tantissimi, forse troppi, e rompono i vecchi schemi top-down. Tuttavia, è ancora presto per avere certezze e soluzioni già pronte, come si vede bene dalla situazione degli ultimi giorni.
Convivono speciali editoriali che sfruttano le potenzialità di Instagram per dare "belle foto"dell'evento alla possibilità di seguire una cerimonia inaugurale "in salsa social" con Google+. Vediamo decisioni su fantomatici silenzi olimpici con multe salatissime e la nascita di hashtag, come #savethesurprise, per provare a controllare la fuga di notizie da parte di tutte le persone coinvolte nella cerimonia inaugurabile su VIP presenti, ultimi tedofori e altre cose. Insomma idee paradossali convivono con belle idee, il problema è distinguere le prime dalle seconde prima dell'Olimpiade. Appunto, qui sta il problema, visto che sui Social Media tende a non esserci la via di mezzo: epicfail o epicwin.
Non faccio previsioni, mi limiterò a guardare le Olimpiadi cercando di trovare le informazioni che mi interessano su vari luoghi e vediamo cosa succede. Sicuramente, il "social" entrerà in posti dove non dovrebbe stare, si saranno incomprensioni e quesiti. Chissà cosa accadrebbe se un olimpionico facesse vedere al resto del mondo una foto direttamente dal podio, con medaglia al collo e smartphone. Per darci davvero un punto di vista del tutto irripetibile e mai visto. Magari non entrerebbe nella leggenda come Tommie Smith e Jonh Carlos nel 1968 ma sul rivoluzionario ci saremmo, eccome. Buone ferie a tutti!
(Photo credits: in alto Flickr, Threefishsleeping)
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