La "carta digitale" (qui immagine originale) |
La rivoluzione digitale si sta compiendo sotto i nostri occhi: la carta sembra ormai obsoleta, a rischio estinzione, con l'affermazione di ebook e testate online adatte anche a tablet e smartphone. Per non parlare degli onnipresenti social network, nuova grande passione anche dei giornalisti della vecchia scuola. La realtà, come sempre accade, riserva sempre qualche sorpresa e rende meno nette queste vittorie annunciate. Perché le persone, ossia le variabili più complesse e imprevedibili di tutto questo discorso, non sempre seguono quello che preannunciano tanti esperti nelle loro bellissime presentazioni. A proposito, sapevate che pure Internet scomparirà?
Sono uscite alcune ricerche che sottolineano risultati in parte sorprendenti visto che siamo abituati a leggere che il digitale vince sempre e comunque sul quel "materiale igroscopico, costituito da materie prime prevalentemente vegetali, unite per feltrazione ed essiccate" che è la carta. Ad esempio, pare che leggendo un libro cartaceo le informazioni restino più impresse che usando un PC, un tablet o un ebook reader (punto di vista personale: non ho avuto questa percezione ma può essere). Inoltre, se si devono prendere appunti, la carta è migliore perché si ha più comprensione dei contenuti. Sul secondo risultato devo dire che sono piuttosto d'accordo, per esperienza personale: su carta i concetti sono più creativi, più miei, seguono la mia logica e le relative connessioni, non quelle di un software per testi fatto da altri. Certo, gli ibridi sono già tra noi ma non divaghiamo.
Parlando di rivoluzione digitale e di "scomparsa della carta", non si può non citare le previsioni e le analisi legate al mondo dei media. Il problema è che se si deve pensare a un nuovo modello di giornale che vada oltre il cartaceo, specialmente se si vogliono ottenere ricavi, è bene prefigurarsi bene la strada da seguire e i concetti da capire. Ad esempio, è vero che Facebook è una piattaforma molto diversa da un sito Web o un quotidiano cartaceo ma il giornale è sempre quello e deve essere coerente con sé stesso. Sta qui il difficile. Pare che al New York Times lo sappiano bene mentre al Messaggero abbiano opinioni diverse. Non è una strada facile, solo ora, dopo anni di parole (vedi qui, anno 2013) sta emergendo qualcosa di davvero concreto e sostenibile.
Stiamo a vedere come evolve tutto il discorso, al di là di presentazioni, eventi e ricerche. Perché vedere cose come la carta digitale dell'immagine sopra fa restare a bocca aperta, ma bisogna usarle quelle cose e qui è tutta un'altra storia. Da sempre ritengo che la carta abbia grandi qualità (semplice, concreta, durevole) e che non sia alternativa al digitale, almeno non nel medio periodo. Perché è dura a morire.
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