Ma i comunicatori sanno comunicare cosa fanno? La domanda è complessa, meglio fare un passo indietro. Una mattina qualunque, sono al parco col mio piccolo e parlo con un ex Presidente (P rigorosamente maiuscola) di un'azienda locale, in pensione da poco e ormai stabilmente nonno. Mi chiede cosa faccio, io gli rispondo. Lui mi guarda un po' pensieroso e mi dice, a bruciapelo: "se io fossi ancora Presidente, ti chiederei di farmi capire meglio. E anche da nonno, ti faccio la stessa domanda". Davanti a uno scivolo, dove due bambini si contendono il posto, ho realizzato che le aziende italiane rimangono sicuramente un po' sorde quando si tratta di ascoltare i vantaggi che possono offrire il marketing e la comunicazione. Ma, forse, è altrettanto vero che noi spesso parliamo un linguaggio "difficile" da capire per loro. C'è spesso una barriera fatta di generazioni ed esperienze diverse a dividerci (ad esempio, c'è un interessante punto di vista di Luca De Biase). Per questo, si deve trovare un terreno comune, un linguaggio condiviso, un rapporto più semplice e diretto.
Per questo motivo, mi metto nei panni di un responsabile di una PMI italiana. Comunicazione in azienda? Ho tagliato i budget per la pubblicità e le fiere, mentre i cataloghi sono da rifare al più presto. Ho letto sul Sole 24 Ore che questo Facebook è un fenomeno in grande crescita su Internet (i miei figli, sempre connessi con decine di amici sul cellulare) e un impiegato al caffè mi ha parlato di blog aziendali. Ma ho già un sito e ci ho speso pure dei bei soldi. Tutti questi nuovi strumenti, così di moda, mi possono essere utili? Come possono influire positivamente sul mio business? In generale, rendere la mia azienda più "moderna" in questo senso mi gioverà oppure è solo seguire la corrente?
Walking in their shoes direbbero gli anglosassoni. Perché è opportuno partire dal modo di vedere il mondo che un'azienda ha per capire quali possano essere le dinamiche reali che devono affrontare. Per vedere se mi possono capire quando dico loro che non ci sono ricette magiche, anche se qualcuno gliele propone. Loro hanno bisogno di comprendere cos'è un piano di marketing e comunicazione, come si realizza, quali strumenti possono essere usati e quali sono i migliori per la loro specifica situazione. L'obiettivo è quello di migliorare la percezione del loro brand da parte degli stakeholder. "Stake ... cosa?!" mi direbbe l'ex Presidente nel parco. Semplicemente, i soggetti che "hanno un interesse" nei confronti dell'impresa e che ne alimentano la sopravvivenza stessa: i clienti, i fornitori, i finanziatori (banche e azionisti), i collaboratori, gli enti locali e molti altri. Coloro a cui l'azienda deve parlare. "Ah, ora capisco!" mi sentirei rispondere. Vale nel parco come in azienda.
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