venerdì 14 febbraio 2014

I minori sui media: cinque riflessioni quotidiane


Leggo un bell'articolo di Wired sulla scelta di una mamma di non pubblicare le foto di sua figlia su Facebook, Twitter o altri luoghi. Se mi leggete un po', sapete che la questione delle immagini dei minori è un mio pallino da un po' (vedete qui). Ritengo che ognuno con le sue foto ci fa quello che vuole, e questo vale anche per quelle dei figli, di cui i genitori tutelano i diritti. Proprio per quest'ultimo motivo, non voglio dare consigli, solo qualche spunto di riflessione con cinque semplici domande:

  • Siamo sicuri di conoscere bene le nostre impostazioni di privacy sui vari social network?
  • Sappiamo che le foto che pubblichiamo su Facebook appartengono a Facebook che può farci, più o meno, quello che gli pare?
  • Siamo sicuri che i nostri figli approveranno, quando capiranno cosa vuol dire, la nostra scelta di pubblicare online le loro foto in modo massivo e in totale buona fede?
  • Siamo sicuri di essere così diversi dagli adolescenti che talvolta critichiamo per il fatto che "mettono tutto online"?
  • Siamo sicuri di essere consapevoli del nostro ruolo di produttori di contenuti e di informazioni di cui abbiamo la responsabilità?
Se le risposte sono tutte affermative, c'è già stata una bella riflessione a monte, che è quello che serve davvero. Se non sono tutte affermative, meglio pensarci su due minuti. Non costa quasi nulla. Io cerco di farlo tutti i giorni.

2 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo. Soprattutto quando dici "Siamo sicuri che i nostri figli approveranno". Noi abbiamo il dovere di guidare i nostri figli, non di fare scelte per loro. Spesso la società invece ci impone di fare scelte, mettendoci letteralmente al posto dei nostri figli, che ad un'attenta analisi potrebbero essere rimandate o addirittura evitate. E' il terrore di non appartenere alla comunità spesso il problema, terrore espresso dai genitori. Un po' di sana intimità famigliare, potrebbe aiutare tutti a vivere meglio le cose allontanando il disperato bisogno di condividere.

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    1. Spesso è proprio il problema di appartenenza a una comunità che fa fare scelte frettolose, non ponderate, del tutto istintive. Le foto dei nostri figli sono un bene prezioso che va gestito con consapevolezza. Poi uno può fare quello che vuole, basta che ci abbia pensato su. Per avere like facili poi basta la foto di un gattino: più semplice, meno invasiva.

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