martedì 18 settembre 2012

Il fact checking in un'immagine

Il "fact checking" è un argomento che mi sta a cuore da un po' (vedi qui, qui e, soprattutto, qui le puntate precedenti): ritengo che sia uno dei fattori imprescindibili per costruire un nuovo modo di fare giornalismo. In un epoca di bombardamento di news, abbiamo bisogno di verifiche e professionalità per avere un'informazione affidabile e migliore. Tante molte mi viene chiesto cosa significa farlo bene, detto in poche parole, e non è sempre facile. Oggi invece riesco a spiegarlo in un'immagine, tratta dal sito del Washington Post. Parliamo del più antico giornale della capitale statunitense, quello che fece venire fuori il Watergate, unanimemente considerato il più autorevole quotidiano d'America dopo il New York Times (per il resto, basta Wikipedia). Tanto per sottolineare bene di chi stiamo parlando.


Partiamo dalle news di oggi: Romney ha fatto l'ennesima gaffe. Non è una notizia così clamorosa, ne fa numerose e puntuali. Andando a cercare sul Web, ho trovato una notizia di qualche mese fa, relativa al fatto che l'attuale candidato alla Casa Bianca per il partito Repubblicano avrebbe usato in una pubblicità uno slogan reso famoso dal Ku Klux Klan. Una news di un certo peso, insomma, legata a quello che all'epoca era il favorito delle primarie del GOP. E l'ho trovata sul Blogpost, il luogo delle "breaking news" del portale del Washington Post (che ha anche il Pinocchio Test sull'ultima gaffe di Romney).

Al giornale arrivano varie puntualizzazioni, che accusano il Post di aver sbagliato a intendere la frase ("Keep America American" invece del corretto "Keep America America"), di non aver capito che la pubblicità non era prodotta dallo staff di Romney ma da un gruppo indipendente e di non aver consultato il candidato né i suoi collaboratori per avere una conferma in merito. Come so tutto questo? Ricerche su Google? No, lo scrive l'editor del quotidiano stesso, non con un trafiletto in fondo ma sottolineandolo per bene la cosa sotto il titolo. Sbugiardano loro stessi pubblicando una frase molto forte e inequivocabile: this posting contains multiple, serious factual errors.

Non si fermano a questo, fanno una solenne autocritica con un'autoironia talmente graffiante da apparire davvero sincera. L'articolo originale iniziava con la frase "qualcuno non ha fatto le ricerche che avrebbe dovuto fare", accusando Romney e il suo staff. La rettifica sottolinea come sono loro stessi a non aver fatto le ricerche necessarie, molto più colpevolmente. Tutte queste informazioni pubblicate, inimmaginabili per un quotidiano nostrano, sono verificabili qui. Cosa significa questo? Che il Washington Post ammette i propri errori, ne informa direttamente il lettore con chiarezza e trasparenza, dimostrando così la propria credibilità. Non toglie i contenuti incriminati, anzi ne aggiunge.

Una lezione di giornalismo in un'immagine. Vuol dire che tutti i giornali anglosassoni sono bravi? No, io ne ho avuto testimonianza diretta. Quel che è certo è che qui viviamo ad anni luce di distanza dal Washington Post. Purtroppo.

2 commenti:

  1. - the video that the blog posting labelled “Mitt Romney 2012 Campaign Ad” is not actually a Romney campaign ad -

    Meraviglioso!!

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  2. Sì, una bella cantonata. Da noi, avrebbero cancellato articolo e video, facendo finta che nulla fosse accaduto (anche se Google ricorda tutto). Al Post dicono a tutti i lettori: il nostro giornalista non ha fatto un buon lavoro e provvediamo. Errori e leggerezze li fanno tutti, tutto dipende come li gestisci.

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