martedì 13 novembre 2012

Il futuro del giornalismo? Tornare al passato

Il possibile sviluppo futuro della figura del giornalista è un tema che mi interessa molto (vedi qui e qui). Una delle possibili opportunità di sopravvivenza del giornalismo è quello di far "esplodere" i fatti, interpretarli, semplificare le chiavi di lettura, al fine di essere davvero utile nei confronti dei lettori. Non potendo vincere la gara della velocità e della quantità di notizie con gli utenti dei social network (anche in ottica citizen journalism), devono ritagliarsi un ruolo importante nella qualità delle notizie, nell'approfondimento. Se la figura del giornalista ha un futuro, questa deve ripassare i requisiti di base che aveva nel passato: credibilità, competenza, fact checking, esperienza. Ossia tutte doti che l'uomo della strada, armato di smartphone e tablet, difficilmente può avere. Non deve raccogliere istantanee di presente, cercando lo scoop a tutti i costi. Al contrario, deve raccontare storie e lo deve fare con stile, semplicità e precisione.

Prendiamo un caso recente, quello di David Petraeus. Mi ha interessato da subito e, da subito, ho avuto la sensazione che ci fosse molto più da scoprire su questa storia (qui sotto il tweet che avevo scritto qualche amante fa, questo l'aggiornamento di oggi con il coinvolgimento del Generale Allen).


Allora mi sono messo a leggere qualche articolo, come questo: ditemi se ci capite qualcosa. Forse solo un esperto si soap opera ci trae qualche conclusione. Un sacco di informazioni, molte inutili ai fini della comprensione dei fatti (quanti figli ha ognuno dei protagonisti, ad esempio), nessun filo conduttore. Va bene, la storia è complessa, si intrecciano amanti e file segreti, scenari bellici e e-mail appassionate. Ma è proprio il giornalista che ha il compito di trovarci un ordine, per quanto ancora temporaneo in attesa di nuove conferme. Il suo ruolo è quello, mica farmi vedere quanto brutta è la moglie del generale. Allora cerco in rete e trovo questo, in italiano: l'amante guerriera contro la moglie da tinello, il generale Ego e l'uomo che ha ingannato l'America. Ho ancora le idee molto confuse.

Cerco su Google e trovo questo bel post di Stefano Cingolani, classe 1949, giornalista. Non spiega tutto ma molto sì, cita le fonti (il New York Times, mica l'ultimo arrivato in termini di credibilità), ci dice che casi del genere non sono rari nella diplomazia americana (vedi anche qui), ci offre la chiave di lettura della contrapposizione storica tra FBI e CIA, non entra in particolari da soap opera ma spiega come il centro della storia sia più legato alla vicenda di Bengazi che a quella delle sue amanti (vedi anche qui). Mi offre una lente per vedere meglio. Per carità, non è un caso unico, anche sul Corriere sono usciti pezzi interessanti, casualmente prima che scoppiasse la bomba delle amanti.

Ad oggi, nessuno sa la verità, però io, lettore, ho capito la situazione molto più da un singolo post che da 4 siti di quotidiani. Blog di un esperto giornalista classe 1949. Guardare al futuro tornando alle regole del passato, si diceva. Una bella conferma. 

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