La prima, un'immagine gioiosa ma elegante, sobria e curata, che esprime soddisfazione per un risultato importante e che ringrazia soprattutto chi sta dall'altra parte dello schermo ("grazie a voi"). Ogni protagonista guarda direzioni diverse, verso i loro elettori, con una qualità singola forte e d'impatto. Si vede ovviamente che non è una foto spontanea (su questo, ho già detto la mia) ma è stata scelta perché valida in ogni dettaglio.
La seconda, un'immagine che vuole giocare con l'autoironia, strizzando l'occhio alle generazioni più giovani, ma che è sostanzialmente autocelebrativa ("abbiamo vinto noi"). Non è curata dal punto di vista grafico (cosa voluta in modo evidente ma che, a mio parere, non è per nulla una scelta azzeccata) e tutti i presenti guardando verso il centro, portando l'attenzione sulla figura centrale, l'attuale segretario del partito. In più, c'è una bella marchetta nei confronti della tv che ha gestito il dibattito (per chiarire il quadro vedi qui e, soprattutto, qui).
So perfettamente che i contesti sono molto diversi ma la filosofia di fondo rispecchia nettamente una diversità di approccio davvero netta. La questione non è essere ammiratori di Obama o esterofili, è essere obiettivi nel giudicare la professionalità e le idee di chi comunica. C'è modo e modo di strizzare l'occhio ai giovani. Lo sottolinea perfettamente, e senza necessità di precisazioni, il tweet di Michele Boroni qui sotto riferito ai "Fantastici 5". Parafrasando una celebre frase, meglio aver ragione piuttosto che essere autoironici.
Non è avere ironia, è mancanza di stile. Poi basta con "ne parlate quindi ha funzionato" come se fossimo nel '85. tinyurl.com/buhe9q2
— Michele Boroni (@EmmeBi) Novembre 12, 2012
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