Photo of POTUS mtg w speechwriters Cody Keenan and Jon Favreau today twitter.com/petesouza/stat…
— petesouza (@petesouza) 05 febbraio 2013
Prima la notizia. Il ghostwriter del Presidente Obama, Jon Favreau, 32 anni, lascia lo staff presidenziale per andare a Hollywood. Quasi sicuramente farà lo sceneggiatore. Tanto per comprenderne l'importanza, si tratta di colui che, da quando aveva 23 anni, scrive i discorsi di Barack Obama e l'ha accompagnato dalla campagna elettorale per diventare Senatore. Lui ha inventato "Yes, we can", tanto per dire. Ed era il membro dello staff con lo stipendio più elevato. Ora, uno come me che vive in un Paese dove non si neanche cosa faccia un ghostwriter o chi siano quelli nostrani (tranne rare e non memorabili eccezioni), si domanda: ma chi gliel'ha fatto fare? Lui non commenta ma c'è un indizio: Jon Lovett (30 anni), pure lui ex speechwriter di Obama, è uno degli sceneggiatori della serie 1600 Penn, appena lanciata dalla NBC. Quindi Favreau non è il primo a fare il salto da Washington a Los Angeles. Forse pagano ancora meglio.Il sostituto di Favreau è Cody Keenan, di cui avevo già accennato a suo tempo (è quello vestito da pirata) e autore del bellissimo discorso del Presidente Obama dopo la strage di Tucson. Ah, quasi dimenticavo, ha 32 anni. Insomma, nel team di chi scrive i discorsi del Presidente degli Stati Uniti sono tutti under 35. E non vengono messi là perché servono "quote azzurre" o perché gli americani hanno una passione per gli stagisti ma perché quei ragazzi valgono, sanno scrivere. In più, sanno entrare in sintonia con la persona che le loro parole le deve intepretare per trasmettere informazioni ed emozioni, concetti forti e complessi. Perché dietro a un grande leader c'è un gruppo di lavoro che risulta molto più decisivo, nei fatti, rispetto a un dibattito televisivo. Un gruppo di giovani capaci che vengono responsabilizzati. Da noi di team non si parla quasi mai, si cita solo qualche spin doctor così, per fare quasi folklore. Over 50 con carriere fatte di altro alle spalle, per esempio.
Io di trentenni italiani che scrivono da Dio in rete ne leggo a decine, magari a qualcuno di loro interesserebbe fare il ghostwriter se gliene fosse data la possibilità. E uno stipendio. Poi un futuro a Cinecittà lo vedo difficile ma inizierei con una politica di piccoli passi. Iniziamo a far sapere cos'è un ghostwriter, già mi accontenterei.
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