Da sempre sostengo che la sincerità paga nella comunicazione (vedi qui e qui). Oggi ho trovato un bel post che condivido in toto a riguardo e che mi ha fatto ulteriormente riflettere. Cita espressamente un caso molto singolare: la DDB, una delle agenzie pubblicitarie più famose al mondo, narra che il loro primo cliente, il titolare di un grande magazzino, ebbe "una trovata geniale, ossia dire la verità". Loro furono gli inventori della campagna di comunicazione del Maggiolino della Volkswagen, entrata di diritto nella storia della pubblicità (foto sopra), non un'agenzia qualunque. Ritengo che quella trovata geniale, degli anni '60, rimanga validissima ancora oggi.
Tanti dicono che per un'azienda dire sempre la verità non sia possibile. Concordo, ma l'approccio da usare è diverso: non si può essere sinceri su tutto (se la vendemmia va male, non ci si può aspettare che un'azienda vitivinicola lo ammetta candidamente) ma quello che si decide di comunicare deve essere sempre veritiero e trasparente. In quest'epoca in cui fare verifiche e controlli attraverso Internet è molto facile, a patto di averne tempo e voglia, l'onestà può essere davvero un valore aggiunto fondamentale per avere un vantaggio competitivo. Perché implica la volontà di farsi conoscere mettendosi sullo stesso piano dei clienti, rispettandoli, creando un rapporto di fiducia reciproco che oggi è difficile da costruire. Non è facile, diciamolo, visto che colossi con decine di esperti di comunicazione fanno disastri in quest'ottica (basta guardare le gaffe e le omissioni di BP nel 2010 mentre innaffiava di petrolio mezzo Golfo del Messico).
Si può sempre partire dalle piccole cose. Ikea ha fatto scuola nel comunicare ai clienti il ritiro volontario di prodotti potenzialmente pericolosi, anche senza la necessità di un incidente (qui i numerosi casi). Questo trasmette al cliente un senso di attenzione e responsabilità molto positivo, che si traduce in una maggior sicurezza nell'acquisto di altri prodotti. Non li potevano ritirare e basta, senza dire nulla per non danneggiare la propria immagine? Certo, ma preferiscono essere trasparenti e sinceri. Ho avuto la fortuna di partecipare a una campagna analoga, collaborando con Lexmark per il ritiro di alcuni modelli di stampante potenzialmente difettosi (non c'era stato alcun incidente). Uscirono sui media molti articoli (uno è qui), che furono molto apprezzati da giornalisti e clienti. Questo approccio può essere utilizzato in molte altre attività, tra le quali quelle che sto gestendo nella mia nuova azienda. Come dice (a sorpresa) Seth Godin, "all marketers are storytellers, only the losers are liars".
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