lunedì 16 gennaio 2012
Bollette più care: un'analisi della comunicazione
Internet ci offre la possibilità di essere bombardati di notizie ma anche di poterle verificare direttamente, cosa che quando le si leggevano solo sui giornali o le si vedevano in TV era molto più difficile. Un fattore non da poco per analizzare la comunicazione, e la veridicità delle analisi, legata a un annuncio o un fatto (vedi sotto una riflessione personale sul tema di Gianluca Diegoli su Twitter e qui un post di Alessandra Farabegoli sui limiti dei giornalismo odierno).
Il Web ci permette di verificare le fonti, analizzare le varie ragioni e farsi un'opinione molto più ragionata. Non capire tutto ma almeno saperne di più. Se non lo facciamo oppure se iniziamo a parteggiare aprioristicamente per una parte o per l'altra, è colpa della nostra pigrizia, anche intellettuale. Prendiamo un esempio chiaro, ossia l'aumento delle bollette di gas ed elettricità (e non il naufragio della Costa Concordia, notizia sul cui crisis management Roberta Milano ha scritto un ottimo post). Si tratta di un settore che seguo molto da vicino, soprattutto per quanto riguarda l'impatto delle rinnovabili. Analizziamo come questa notizia è stata gestita dalla fonte e dai vari stakeholder.
Fonte
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas annuncia che i persistenti rialzi dei prezzi previsti per il primo trimestre 2012 (+4,9% per l'elettricità e +2,7% per il gas) sono dovuti "ai persistenti rialzi delle quotazioni petrolifere e, per l’energia elettrica, anche gli incentivi alle fonti rinnovabili e i connessi costi per adeguare i sistemi a rete al nuovo scenario di produzione decentrata e intermittente" (qui il comunicato stampa). Insomma, 32 Euro in più per il gas e 22 Euro in più per l'elettricità, all'anno. Per l'energia elettrica, gli incentivi delle fonti rinnovabili avrebbero un ruolo determinante per questi aumenti, mentre per il gas il colpevole principale è il costo delle materie prime. I media danno visibilità a questo annuncio (vedi un esempio qui, basta cercare con Google per averne altri), sottolineando che abbiamo tariffe più alte della media europea, come conferma anche il Presidente della stessa Autorità per l'energia elettrica e il gas.
Stakeholder
Assosolare, l'associazione che riunisce i produttori attivi nel settore fotovoltaico in Italia, reagisce alla notizia, verificando i dati e dando il suo parere (non c'è il comunicato stampa/dichiarazione ufficiale sul sito ma c'è la rassegna stampa che ne evidenzia indirettamente il contenuto). Loro sostengono che le fonti tradizionali hanno un impatto più decisivo delle rinnovabili per l'aumento, confermando però che queste ultime hanno un ruolo importante (leggi qui su Tekneco). Allo stesso tempo, dicono che l'andamento dei costi delle fonti fossili è molto più incerto (vero) e che il fotovoltaico non produce CO2 (vero ma solo in parte, perché la produzione di pannelli non è a emissioni zero).
ENI e SNAM Rete Gas (che, ad oggi, ha comunicati stampa fermi a Dicembre 2011) non sembrano commentare ufficialmente la notizia e, come appare molto probabile, non si separeranno* (vedi qui e qui) anche se si continua a parlare della cosa. Le colpe degli aumenti, secondo gli addetti ai lavori, sono sempre legate alla crescita dei prezzi delle materie prime e delle tasse collegate.
Giudizio
Indubbiamente, gli investimenti nelle rinnovabili fanno alzare i costi ma si tratta sostanzialmente di investimenti. Tuttavia, come dice giustamente Massimo Mucchetti sul Corriere, arriva "un salasso in bolletta senza nemmeno costruire una forte industria manifatturiera nazionale di settore come, invece, si è fatto prima in Germania e poi in Cina". Per quanto riguarda il gas, lo stesso prodotto (russo) dello stesso tubo lo paghiamo più di altri per i margini dell'ENI, come detto molto chiaramente nell'articolo di Mucchetti. Qual'è il comune denominatore dei due aumenti? La mancanza di un piano industriale serio e adeguato da parte del Governo, azionista di ENI, ENEL e Terna. Magari è una conclusione che si poteva prevedere a priori, ma ci sono conferme oggettive (e si trovano altre interessanti notizie). L'analisi della comunicazione ha portato i suoi frutti, ora dovrebbero seguire azioni concrete. Incazzarsi davvero, per esempio. Mica lo possono fare solo i tassisti.
* Aggiornamento del 20 Gennaio: ENI e SNAM si separeranno per decreto. Ero stato troppo pessimista.
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