"Non riuscirai mai a fare una foto bella di quel prodotto, lavora molto bene ma è brutto da vedere, c'è poco da fare". Questa fu la piccola provocazione fatta tempo fa da un collega, uno che stimavo e stimo tuttora. E, diciamocelo, aveva ottime possibilità di aver ragione lui visto che il prodotto in sé non era obiettivamente carino dal punto di vista del design. Ma non era colpa sua, non "doveva" essere bello, era solo un componente di un sistema. Io la presi come una piccola sfida, una scommessa simbolica. Non sono un fotografo, non ho rudimenti particolari di tecnica, obiettivi ed esposizione. Ma sono uno che ci prova ("un testone" direbbe mia moglie, non solo in senso negativo). In passato, avevo fatto belle foto di autobetoniere e di vibratori industriali (no, sono molto diversi da come li pensate), semplicemente perché ci avevo provato con entusiasmo e caparbietà.
Andai davanti a quel prodotto e mi misi a pensare, provare e riprovare. Scattai qualche foto in posizioni assurde, quasi senza guardare quello che scattavo ma solo per avere una prospettiva insolita. Il vantaggio di avere una macchina digitale è che non costa nulla scattare dieci foto in più, l'unica variabile di peso è il tuo prezioso tempo. Mi sono dato un limite temporale poi le ho provate tutte. Risultato? Il 90% di quelle foto erano brutte, per una miriade di ragioni. Il 5% era accettabile e non bastava. Il restante 5% ha stupito anche me. Erano belle, quasi futuristiche. Ed erano quelle che avevo scattato quasi senza guardare l'obiettivo. Un caso? Forse, però erano venute bene, quello contava. Le feci vedere ad altri, concordavano con me. Ora una di quelle è stata usata per una significativa iniziativa di comunicazione dell'azienda, una bella grossa in cui il prodotto si vede molto bene. E ho vinto la scommessa: un caffè.
La morale? Se siamo convinti di una nostra idea, restiamo convinti, teniamo duro e proviamoci. Diamoci un limite di tempo definito e sperimentiamo senza limiti e senza regole predefinite. Spesso non porta esiti positivi, mica è un film la vita, ma qualche volta ce la si fa. Senza sapere neanche il perché. Non serve aver studiato né avere competenze, spesso sono limiti che ci imponiamo da soli. Se va male, pazienza, si riproverà su altre cose. La vita stessa è "un viaggio sperimentale, fatto involontariamente" dice Fernando Pessoa. Andare in ufficio il giorno dopo aver vinto una piccola scommessa è particolare. Anche il caffè chimico della macchinetta sembra più buono. Incredibile, no?
P. S. La foto sopra ritrae un bicchier d'acqua.
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