lunedì 18 gennaio 2010

Fasi di transizione

Si sta guadando il fiume. Si sa cosa si ha lasciato e non si sa cosa si troverà dall'altra parte. Ma è un ottimo momento per riflettere. Ci sono molte opinioni interessanti, e discordanti, sull'evoluzione del settore della comunicazione e del marketing a causa dell'esplosione dei social network. C'è chi è piuttosto scettico ("back to basics", come sottolinea, oltre a mia moglie, un post del blog dell'americana PRSA), chi ne è entusiasta (il gruppo è troppo vasto, uno per tutti è socialmedia.biz). E chi sta cercando di capire cosa sta succedendo davvero. Un esempio molto significativo è un post-con-presentazione scritto da Stephen Davies sul suo blog. La riflessione "Mi aspetto di sentire la frase social business nel prossimo futuro" vale, da sola, il prezzo del biglietto (in termini di tempo da spendere per dare un'occhiata alla corposa presentazione).

Siamo decisamente in una fase di transizione, i semi che germoglieranno in futuro sono già stati piantati ma non sappiamo quali ce la faranno. Samuel Johnson diceva che "il futuro si guadagna col presente". Intanto innaffiamo.

4 commenti:

  1. Riccardo, sono d'accordo che sia un ottimo momento per riflettere.
    Anch'io ho riflettuto molto, ma temo che come al solito in Italia siamo un po' indietro, e ci sia un divario enorme tra chi su Facebook ha 500 amici, e chi non sa neanche cosa sia (quasi tutti i nostri piccoli imprenditori sopra i 30 anni), che dicono "mi gu de laurà, gu minga temp de pert sul computer!" (brianzolo DOC, ma credo comprensibile).

    Considerato che da noi il 95% delle imprese ha meno di 10 dipendenti, credo che quando da noi arriverà davvero il social network come strumento di marketing, i giochi saranno già stati fatti (altrove), per cui stiamo alla finestra, con occhi e orecchie aperte, persistendo pazientemente nel nostro ruolo di educatori della base economica del paese (così detto sembra una cosa grande e roboante, in pratica....vabbe'...)

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  2. Cristina, ti confesso che gli imprenditori veneti ed emiliani dicono le stesse identiche cose. Magari il problema fosse il dialetto e non la cultura (di marketing e comunicazione), saremmo messi benissimo. Mi piace la tua definizione di "educatori". Per me, sono quelle persone che fanno piccole cose (come scrivere cose sensate sui nostri blog), che hanno un loro percorso e offrono un piccolo esempio di come si affrontano certe questioni. Pensando e scrivendo. E magari il brianzolo, che ha un po' più di tempo da perdere a causa della crisi, ci legge pure. Magari. :-)

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  3. Il brianzolo legge solo se:
    1) parli come mangi;
    2) capisce che leggendo può guadagnarci qualcosa.
    Se no, snobba.
    vedremo....nel frattempo, a fine febbraio terrò una lezione gratuita di Marketing Low Cost su Oilproject....farò comunicati stampa a manetta su giornali locali e ad ampia diffusione, ti saprò dire i riscontri!

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  4. Intanto mi guardo la tua lezione su Oilproject (che non conoscevo, ti ringrazio per la dritta), poi mi farai sapere sui riscontri. Per ora, in bocca al lupo!

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