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martedì 22 febbraio 2011

Professionisti e aziende, prove di avvicinamento

Creare un momento di incontro efficace tra consulenti, come me, e imprese è sempre una cosa complessa da gestire. Perché quelli che nascono spontaneamente (a una fiera o a un convegno) spesso sono caratterizzati da una certa mancanza di tempo e di possibilità di approfondire certi discorsi, perché, di fatto, si deve fare altro. Quelli che vengono organizzati volontariamente, le riunioni e gli incontri, hanno spesso il difetto di essere incentrati sulle specifiche necessità del momento, senza prevedere quelle riflessioni ad ampio raggio che generano idee molto interessanti. Ieri sera ho voluto sperimentare un nuovo modo di "vivere" questi momenti di incontro. Il Corriere della sera, CNA Modena e il sito Trovolavoro.it hanno infatti organizzato una serata che offriva a un limitato numero di aziende l’occasione di incontrarsi con professionisti esperti in ambito commerciale e di marketing. Una cena, anticipata da una presentazione di Dario Di Vico e di Cristina Mariani (un'amica, oltre che una collega), con tavoli che vedevano, fianco a fianco, imprenditori e consulenti. Qualcuno la definirebbe "uno scambio di curriculum" ma a me l'idea incuriosiva. Come è andata?

L'iniziativa in sé ha avuto, a mio parere, un buon equilibrio tra pregi e cose da migliorare. Iniziamo coi pro. Quaranta aziende e sessanta professionisti, tutti riuniti per un semplice motivo, ossia conoscersi reciprocamente. Non è una cosa banale. Non capita spesso di avere la possibilità di parlare, confrontarsi e discutere con tanti colleghi e responsabili aziendali, ognuno con le rispettive esperienze e competenze. In più, si è avuto modo di parlare di marketing con chi non è un "addetto ai lavori". Mi capita spesso di partecipare a eventi e conferenze con esperti con cui condivido, oltre a idee e progetti, anche lo stesso gergo, lo stesso modo di pensare, gli stessi obiettivi. Ma il mondo, là fuori, non comunica così e spesso ce ne dimentichiamo. Per questo, avere di fronte un responsabile di un'azienda di elettronica o di meccanica a una cena ti offre l'opportunità di capire il suo punto di vista in modo professionale ma con la sufficiente tranquillità, generando spesso riflessioni molto interessanti.

Ora veniamo alle cose da migliorare. Il "chi siede dove" è stato deciso dagli organizzatori: a me è toccato un tavolo con cinque consulenti e un solo responsabile aziendale. Una situazione certamente molto favorevole per l'impresa (al di là del rischio concreto di essere il trofeo del "tiro della giacchetta"), molto meno per noi. La discussione è stata molto piacevole ma esclusivamente per il fatto che le persone l'hanno fatta diventare tale. Perché non prevedere un cambiamento delle disposizioni in base ai presenti effettivi? O perché non organizzare un buffet e prevedere un "giro dei tavoli" dei consulenti? I tavoli erano, di fatto, aree isolate le une dalle altre, ognuno con le sue specifiche battute di caccia. Un altro punto "migliorabile" è la partecipazione attiva dei responsabili delle aziende. Durante le presentazioni iniziali, è stato chiesto ai presenti di esprimere i propri punti di vista sui temi toccati: sono intervenuti esclusivamente i professionisti, mai i responsabili aziendali (con un'unica eccezione). Come mai? Sono venuti a un evento con finalità chiare ed evidenti, avendo la possibilità di esprimere giudizi, pareri, critiche o altro. Poteva essere un momento molto interessante, non lo hanno fatto diventare tale.

Comunque, tornerei a un evento del genere. Perché qualcosa ti lascia, di positivo o di negativo, di contatti e di conoscenze. Sono sempre cose utili. In più, si vedono all'opera molte persone che fanno, più o meno, il tuo lavoro, non capita spesso. Sicuramente, il "tuttologo" è una categoria sempre molto rappresentata. E questo fatto ci penalizza molto. Abbiamo tutti diverse competenze, esperienze, specificità: perché non valorizzarle invece di metterci a disquisire di massimi sistemi che dimostriamo, dopo cinque secondi, di non conoscere (iniziando spericolate arrampicate sui vetri)? Non potremo mai essere bravi in tutto ma, così facendo, dimostriamo di essere bravi in nulla. Ci conviene davvero? Sì, lo so, tutti teniamo famiglia ma vendere fumo non ci darà alcuna garanzia in merito. Per avere prospettive, ci sono altre filosofie molto più efficaci. Come diceva qualcuno, a ciascuno il suo mestiere. 

martedì 5 ottobre 2010

Ti presento le partite IVA

Ho comprato il Giornale delle Partite IVA, creatura di Francesco Bogliari (che non ha una partita IVA) che va a colmare una lacuna informativa clamorosa. Chiunque abbia provato a trovare informazioni su come aprire una partita IVA, su quali vantaggi/svantaggi offre e su quale regime scegliere, sa a cosa mi riferisco. Testi "copiaeincollati" in burocratese, quasi sempre inutili per chiarirsi davvero le idee. Ora c'è questo giornale, nuovo di zecca anche se con una grafica molto tradizionale, lo trovate in edicola (io l'ho preso in uno sperduto giornalaio della bassa modenese, quindi si trova anche fuori dalle metropoli). Una veloce recensione fatta dal sottoscritto, che la partita IVA e un blog dedicato (direttamente e indirettamente) a questa vita ce l'ha da un anno:

Pareri positivi:
  • Esserci. Ora 3,5 milioni di persone, gli "invisibili", hanno la possibilità di trovare qualcuno che parla di loro con cognizione di causa, con competenza e con capacità di scrivere. Non è cosa da poco.
  • Articoli focalizzati sui temi più complessi della libera professione (pensioni, INPS, chiarimenti sulle caratteristiche dei vari regimi, tassazione, maternità, etc.) spiegati con un lessico sufficientemente semplice da capire.
  • Sezioni sui pareri degli esperti, sempre utili quando non hai una persona di fiducia a cui chiedere (per quanto mi riguarda, aprire la partita IVA senza un esperto di fiducia è molto, molto rischioso).
  • Poche pagine pubblicitarie, molti contenuti.
 Pareri negativi:
  • Il costo. 4,50 Euro è un prezzo considerevole per una rivista mensile, al di là della qualità dei contenuti (Wired, a mio parere il mensile italiano di riferimento, costa 4 Euro ma con 30 Euro ci si abbona per due anni).
  • Le poche pagine dedicate alle testimonianze delle partite IVA. Qualche box qui e là (che sono le parti che ho letto con maggiore attenzione) ma si può fare molto di più, dando maggiore spazio ai tantissimi casi di successo del mondo reale.
  • L'assenza di riferimenti al Web. Avete una Fan page su Facebook e noi liberi professionisti utilizziamo un sacco di strumenti (efficaci e con bassi costi) a disposizione su Internet. Non sarebbe meglio parlarne di più?
  • Impostazione grafica della copertina: le pagine interne sono realizzate in modo semplice ma curato, mentre la copertina è nettamente migliorabile (in primis per impatto cromatico e immagini scelte).
La cosa più importante è che il secondo numero lo comprerò sicuramente, quindi il parere è positivo. Perché 3,5 milioni di persone hanno il diritto di avere qualcuno che, oltre a Dario di Vico del Corriere della sera, parla di loro. Ho però una personalissima considerazione finale: le (poche) pagine pubblicitarie sono di istituti bancari (tra i nostri peggiori nemici, diciamocelo chiaramente), fiere, libri di "allenatori mentali", agenzie pubblicitarie e riviste sullo yoga. So perfettamente che la pubblicità è vitale per qualsiasi giornale, soprattutto uno neonato, ma sinceramente queste non danno un grande valore aggiunto. Non vuole essere una critica, solo una constatazione di un lettore che ha accolto il giornale con entusiasmo. In bocca al lupo.

giovedì 19 novembre 2009

Un invisibile sul Corriere


Ho lasciato un mio commento sul nuovo blog del Corriere della sera, "Generazione Pro Pro", che vuole parlare e dare voce a tutti quegli "invisibili" che affrontano la crisi tutti i giorni senza andare sui giornali o sulle tv. Un universo ampio e ricco che comprende un sacco di lavoratori, dai precari ai liberi professionisti, dalle microimprese ai disoccupati. Bene, il mio commento è stato ripreso sia sul Blog stesso che sul Corriere della sera per "darmi voce"! Ringrazio Jacopo Tondelli, giornalista che ha scritto l'articolo e con cui ho iniziato uno scambio di mail davvero simpatiche, e tutta la redazione del Corriere. Sono arrivati "sul pezzo" un po' in ritardo, ma ci sono arrivati molto bene. Quel commento che ho scritto è stato generato dallo stesso impulso che mi ha portato a pensare a questo Blog: avevo qualcosa da dire e l'ho detto utilizzando i mezzi a disposizione. Sono contento che ci sia qualcuno che ascolti. Ora vado a mettere la copia del Corriere in bacheca!