martedì 12 aprile 2011

Ricomincio da capo*

Un bar, un bel sole, un aperitivo, un tardo pomeriggio di un aprile finora bellissimo. Questa è stata la cornice di una bellissima chiacchierata che ho fatto con una di quelle rare persone che ti fanno nascere decine di riflessioni, idee e iniziative solo a parlarci insieme per venti minuti. Lui è Guido Zaccarelli e qui trovate il profilo del suo blog. Stavamo discutendo di un convegno che sta organizzando e di come potevo intervenire. In realtà, lui è una di quelle persone che spaziano talmente tanto sugli argomenti di cui discute che spesso ci si trova ad approfondire cose che mai avresti pensato di fare, in quel luogo e in quel momento. Veri e propri brainstorming spontanei. Uno di questi ha interessato il concetto di relazione che si sviluppa attraverso i Social Network. Vi lascio immaginare le facce di alcuni ventenni intorno a noi, che si chiedevano chi potessero essere questi "vecchietti" che parlavano di Facebook, LinkedIn e Twitter con tanta passione e cognizione di causa.

Come sono fatte le relazioni tra le persone dentro i Social Network? E che rapporto c'è tra il rapporto reale e quello virtuale? Spesso, la relazione virtuale è vista da molta gente come effetto di un'assenza di relazioni fisiche e dirette con le altre persone. Quante volte abbiamo visto sui media la figura del ragazzino solitario, davanti al PC, che trova solo lì dentro quei rapporti personali del tutto assenti nel mondo reale. Una figura insicura, solitaria, confusa sulle reali priorità della sua vita che va in qualche modo educata (qui un esempio). Ma è così davvero? Secondo noi, no. Si deve partire da un assunto fondamentale: il virtuale e il reale non seguono le stesse regole. Nelle relazioni dentro ai Social Network mancano completamente alcuni elementi fondamentali di quelle reali, come il contatto fisico, la comunicazione non verbale, l'influenza ambientale, i riflessi condizionati. Questo però non vuol dire che sia, in assoluto, peggiore di quella reale, solo più limitata. Se uno è consapevole dell'esistenza di quei limiti e cerca di sfruttare quello che il rapporto virtuale può offrire, questo può garantirgli grandi vantaggi. Io ho conosciuto persone validissime nei Social Network che, probabilmente, non avrei mai potuto incontrare dal vivo.

Un esempio: crediamo davvero che un ragazzo di oggi possa realmente confondere un "amico" su Facebook con un vero amico reale? Penso che possa succedere ma che non sia, di certo, un caso così frequente. I ragazzi sono meglio di come li dipingiamo. Oggi possiamo usare mezzi nuovi che offrono la possibilità di creare relazioni di tipo diverso. Sicuramente, però, la percezione delle due figure, quella reale e quella virtuale, è diversa. Una persona con cui chiacchieriamo sui Social Network sarà sicuramente differente se la conosciamo di persona, dato che abbiamo decine di fattori in più da valutare. Ci faremo un'opinione probabilmente più negativa, ma semplicemente perché è diversa dall'idea che ci eravamo fatti. Come, quasi sempre, un film derivato da un libro è deludente rispetto al libro stesso ma questo, però, non significa che il film sia brutto. Dobbiamo ricominciare da capo a conoscere quella persona, non c'è dubbio. Ma è un male? Per noi no. La tecnologia ci offre dei mezzi, sta a noi utilizzarli per quello che possono dare realmente. Basta esserne consapevoli. E qui sta il punto davvero importante.


* Un piccolo omaggio a un piccolo, geniale film del 1993

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