mercoledì 6 marzo 2013

Si può essere innovativi anche mandando una mail


Ho sempre pensato che la e-mail (citata come mail d'ora in poi) sia un canale di comunicazione molto sottovalutato e uno strumento di condivisione (e di gestione delle informazioni) molto sopravvalutato (condivido in pieno le tesi di Giacomo Mason). Nei progetti di marketing, ho sempre preso in considerazione la possibilità di realizzare newsletter utili allo scopo che mi ero prefissato. Non sempre poi questo ha portato a campagne di direct marketing, perché non esistono soluzioni valide sempre e comunque, però è un'opzione che va considerata quasi sempre. La mail, in una valutazione tra costi e benefici, è una soluzione molto vantaggiosa. Al di là delle mode, che vanno e vengono, è uno strumento che usiamo quotidianamente da oltre 20 anni, grazie anche alla comodità di utilizzo odierno attraverso gli smartphone. Io stesso ho impostato ultimamente alcune campagne di direct marketing che, nel medio periodo, hanno portato buoni risultati.

Oggi ho letto questo bel post, che sfata alcuni miti legati all'email marketing e conferma altre tesi. Aggiungo alcune mie considerazioni basate sull'esperienza:
  • O sapete usare bene l'Html o affidatevi a una piattaforma. Se avete competenze tecniche, potete creare qualsiasi template vogliate, in piena libertà. Se non le avete, non affidatevi al primo in azienda che qualche competenza ("lui ha un blog!") ma utilizzate le ottime piattaforme già pronte (e gratuite per numeri di invii sufficientemente bassi) come Mailchimp. Non sapete come usarlo? Leggete quello che scrive Alessandra Farabegoli, basta e avanza.
  • Usate "parole vere" nell'oggetto della e-mail. Non importa se scrivete l'oggetto lungo o corto, conta che quel che è scritto sia pensato e voluto. La ricerca citata sopra dice di non usare la parola "newsletter", opinione che condivido. Non dico altro su cosa scrivere, basta che ci sia riflessione in merito e non che sia l'ultima cosa a cui si pensa. Quello che la riceverà giudica velocemente: prima dite perché lo disturbate, prima saprete se la cosa gli interessa.
  • Non fidatevi delle liste già pronte. Gestire una mailing list e un database, come sappiamo, è una cosa da fare ogni giorno, con costanza, spendendo un sacco di tempo nell'immissione e, soprattutto, nell'aggiornamento delle informazioni. Questa cosa paga. Nel tempo, affinerete i contatti e le relazioni disponendo di dati affidabili. Tutte cose che si riveleranno decisive. Spendere un po' di euro per avere delle liste che saranno già vecchie quando le riceverete e vi costringeranno a ripartire quasi da zero non ha molto senso, voi cosa dite?
  • La mail è già pronta? Fatela rileggere un'ultima volta a qualcun altro. I refusi e gli errori ortografici sono sempre in agguato e possono essere devastanti per la credibilità di una newsletter. Dopo un po' di volte che il nostro cervello legge un testo, gli errori non li vede letteralmente più: si autoassolve e voi pensate di essere al sicuro. Non è così. Prendete un vostro collaboratore e chiedetegli di leggere il testo, potrebbe salvarvi la campagna: lo stesso errore mandato a 2.000 persone è qualcosa da evitare. Prima o poi uno sbaglio lo farete, sta nell'ordine delle cose, ma meglio ridurre i rischi al massimo.
  • La mail si legge anche sul cellulare. Avete impostato un ottimo template, riletto il testo, scritto un oggetto di sicuro impatto e controllato tutta la mailing list. Pronti all'invio? Un attimo ancora. Fate uno, due, tre test. Da Gmail a Outlook, cercate di provare i principali clienti di posta. E controllate come si vede dal vostro smartphone: alla fine di quest'anno, il 50% delle newsletter sarà aperta da device mobili, tablet compresi. Dato non trascurabile.
Questi sono solo alcuni consigli, il tema è vasto e variegato. L'unica regola generale è che non esiste una regola generale. Provare, testare, sperimentare, evolvere, questi sono i verbi che contano. Perché si può essere innovativi anche mandando una mail.

(Photo credits: Flickr, Christopher S. Penn)

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