giovedì 6 febbraio 2014

In un mare di news, contano le relazioni


Dati,sensazioni, riflessioni. Partiamo dai dati: ogni giorno, a quanto pare, siamo bombardati da 5.000 messaggi diversi provenienti da fonti diverse. E, inevitabilmente, tendiamo a ignorarne sempre di più, molto spesso in modo inconscio. Questo non contribuisce a selezionare le notizie che ci interessano maggiormente, specialmente quelle provenienti da brand che, in realtà, potrebbero e dovrebbero interessarci. La febbre da comunicazione online, spesso causata da poche basi solide a livello di cultura di marketing e comunicazione, prevede l'uso di potenti mezzi a basso costo per bombardare a tappeto. I dati dicono che oggi serve a poco, domani servirà ancora meno.

Le sensazioni. Lavorando sul campo tutti i giorni mi accorgo di come, alla fine, gli strumenti tradizionali come gli incontri faccia a faccia, le mail e le telefonate, ossia le modalità di comunicazione one-to-one, permettano di ottenere più risultati di decine di altre attività più innovative ma delle quali, inevitabilmente, perdiamo il controllo. Le persone vedono che dall'altra parte c'è una singola persona che dedica il suo tempo a loro, solo a loro, in quell'istante. Tempo che spesso non porta a risultati concreti ma che crea opportunità che, si sente, sono più solide, più possibili, più realistiche.

Le riflessioni. Nell'era della quantità facile e gratuita si deve tornare alla qualità difficile e costosa in termini di tempo per ottenere risultati? Dico di sì. Questo è quello che porta, durante una riunione, una telefonata, uno scambio di opinioni su Skype e altri contesti, a sentire buone sensazioni, a cercare di capire davvero chi c'è dall'altra parte, guardandolo in faccia, sentendo il suo tono di voce, vedendo che parole usa per rispondere. Mi sa che la partita, quella vera, si gioca su cose come empatia, coinvolgimento, fiducia, rispetto e reputazione. Tutte cose che si costruiscono in modo lento in un mondo sempre più veloce. Paradossale? Mica tanto. Il tempo costa e va gestito al meglio.

(Photo credits: http://www.apairofpears.com/2014/01/tgif.html)

2 commenti:

  1. Mi trovo d'accordo con te e preferisco queste alternative ai contatti de-personalizzanti.

    RispondiElimina
  2. Anch'io le preferisco ma non è tutto. Funzionano meglio per vendere, le persone iniziano ad abituarsi agli spamming 2.0. La novità del "nuovo ambiente social di tendenza" ormai funziona fino a un certo punto.

    RispondiElimina