venerdì 10 luglio 2015

Apple, il Wrestling marketing e le PR ai tempi dei social media

Sto finendo i miei 15 giorni a casa in malattia (niente di grave, tranquilli) e ho potuto leggere molto più del solito. Ho avuto una sensazione: Apple sta cambiando strategia di marketing e comunicazione. Ne è nato un post lungo.

L'azienda che ha inventato il mistake marketing sta reinventando le care, vecchie PR al tempo dei social network. Riassumo: sta lanciando Apple Music per far ascoltare la musica in streaming e la cantante Taylor Swift si indigna (molto, troppo educatamente) perché pare che non le paghino i diritti per i primi tre mesi, gratuiti per gli utenti. Apple risponde molto, troppo velocemente che accoglie la richiesta della cantante e lo fa via Twitter (non con un comunicato stampa, per la prima volta) con le parole di un executive (non di Tim Cook). Cose impensabili ai tempi di Steve Jobs. A pensar male si fa peccato ma ne escono tutti troppo bene. Tutto premeditato? No, dai, il complottismo estivo no.

Poi leggo un'altra news: Rdio, un servizio che offre streaming di musica come Spotify, riprende una storica pagina pubblicitaria di Apple di 34 anni prima per "augurare il benvenuto" ad Apple stessa in quel mercato. Sottolineando che non innova ma è follower. Come ne esce Apple? Come un'azienda innovativa da 34 anni che ora si butta su un mercato nuovo con tutti i rischi del caso (facendo dimenticare, per un attimo, che fa soldi a palate vendendo smartphone e tablet costosissimi). Non male, mi pare. Anche questa potrebbe essere una cosa studiata a tavolino? Tutto legittimo, eh.

In un periodo dove i social network sono brutte gatte da pelare, la società potrebbe aver adottato questo schema: entro in scena, mostro i muscoli (Apple Music ma vale anche per Apple Watch), vado in difficoltà (sono un'azienda normale), attendo il momento giusto (chiamo a raccolta i miei supporter e testimonial) e poi ne esco con estrema signorilità (accolgo richieste e accetto l'ironia). Fantasia? Nel wrestling, dove lavorano geni di marketing e storytelling, è lo schema usato da sempre. Il grande limite è che tutti gli attori devono operare sotto una regia coordinata. Non proprio uno scherzo.

Ecco alcuni fatti, non sensazioni. Katie Cotton, la storica PR Chief di Apple (e probabile mente del mistake marketing), ha lasciato Apple l'anno scorso. Al suo posto c'è Steve Dowling che, insieme a Tim Cook, gestisce la comunicazione. Un approccio diverso dal precedente, meno chiuso, più aperto e collaborativo. Apple comunica anche al mondo della musica e della moda, non solo al mondo IT e tecnologico. Non solo, coinvolge star del settore non solo come testimonial ma come esperti nei propri progetti (un esempio? Trent Reznor).

Quindi niente complotti, solo un cambio di strategia e di passo. Non sono l'unico a pensarla così.

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