giovedì 25 ottobre 2012

A lezione di idee per scrivere


Avete presente quando cercate nuovi spunti per approfondire il tema "come posso scrivere contenuti migliori per il Web e non solo"? Lasciate in pace Google per un giorno, chiedetegli solo dove Luisa Carrada farà il suo prossimo intervento, nelle prossime settimane.

Io l'ho vista in azione ieri a Ravenna Future Lessons 2012 (complimenti a Lidia Marongiu e all'organizzazione), per la prima volta dal vivo. Parlava insieme ad altri ottimi professionisti, una su tutti Alessandra Farabegoli (di cui ho già scritto molte volte). Ho avuto spunti per scrivere una decina di post, e per sviluppare una ventina di idee per la mia azienda, in soli 45 minuti di keynote. Mi capita raramente, giuro. Andate a vedervi il blog, io l'ho citato spesso nel mio libro, è una miniera d'oro di consigli. Ma vederla dal vivo, giuro, offre un ulteriore valore aggiunto. E non trascurabile.

Riscoprendo Aldo Manuzio
Alcuni spunti li voglio condividere qui e ora, altri ne troverete sparsi in altri post, nelle prossime settimane:
  • "Non siamo nati per leggere". Si tratta dell'incipit del libro "Proust e il calamaro", citato nell'intervento. Scrivere e leggere sono un'invenzione, non sono doti umane innate. Invece siamo nati per guardare le cose, con curiosità, cercando di andare oltre. Questi concetti possono essere utilissimi per capire che alle persone dobbiamo insegnare come leggere i nostri testi aziendali, dobbiamo accompagnarle in un percorso che includa testi, immagini e video fatti per incuriosire. Una strada che renda il cammino chiaro e semplice da fare.
  • "Il rapporto tra immagini e testo non è una cosa nata con i grafici e con Internet, l'ha inventata Aldo Manuzio, il primo vero editore della storia, il papà di tutti i grafici". Questa persona da il nome alle scuole medie che ho frequentato da piccolo ma posso dire di averlo scoperto davvero solo ieri. Si è inventato un modo di mettere insieme immagini e testi, dove le parole si frammentavano in piccoli gruppi per creare equilibrio con i disegni. Il papà dei blocchetti modulari che ho fatto per realizzare le brochure di prodotto della mia azienda. E non lo sapevo.
  • "La parola non è più sola, dobbiamo avere attenzione verso tutto quello che sta intorno alla parola e verso quali ambienti le nostre parole andranno ad abitare". Si tratta di un modo semplice e diretto di spiegare tutta la filosofia che sta dietro alla creazione di contenuti per la comunicazione aziendale. Si scrive per chi legge, non per noi e meno che mai per autoincensarci. 
  • "Etimologia della parola testo: significa tessuto. Fili combinati da tessere insieme. Abbiamo testi lunghi e testi brevi da tessere insieme, che sappiamo soddisfare sia la lettura esplorativa che la lettura profonda". Non c'è conflitto tra testi brevi, incisivi e d'effetto, e testi lunghi, approfonditi e precisi. Uno serve all'altro. I primi possono, e devono, portare ai secondi, lasciando la libertà di decidere a chi legge. E non c'è alcun conflitto neanche tra parole e immagini.
  • "Insieme ai testi si possono tessere anche colori e forme, ma senza esagerare". Ecco, neanche Luisa ama le infografiche. Un'ottima conferma delle mie opinioni a riguardo.
  • "Le parole devono essere precise, per far contenti sia i lettori che i motori. Dobbiamo declamarle a voce alta per capire le parole chiave, le parole giuste, le parole vere. Quelle vicine alla vita, come diceva Italo Calvino". Un'altra conferma dell'approccio che ho sempre utilizzato: partire sempre da me e dalla mia azienda per descriverla, non da quello che va di moda o da inglesismi che spesso sono falsi amici.
Ripeto, sono solo alcuni spunti di riflessione. Non cito la storia di Enrico Fermi in 50 tweet (#fermitutti). Non cito "Just my type" di Simon Garfield. Ci sarà tempo. Intanto se vi interessa la gestione dei contenuti e molto altro, cercate di essere al prossimo speech di Luisa. Non ve ne pentirete. E magari mi offrirete un caffé per il consiglio.

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