giovedì 18 ottobre 2012

The all-digital future


In un vecchio post (2 anni son tanti per un post), scrivevo che in quei tempi probabilmente si stava progettando quello che doveva essere "il Facebook dell'editoria". Il modello l'avevo riassunto in tre parole: semplice da leggere, gratuito (almeno per la grande maggioranza dei contenuti) e personalizzato (ognuno deve decidere i contenuti che gli interessano). Invece, ad oggi, non ce l'abbiamo ancora e non si vede neanche all'orizzonte.

Tuttavia, quel post mi è venuto in mente dopo aver letto oggi che il glorioso Newsweek andrà "all-digital" dal 1° gennaio 2013. Seguirà un modello di business di cui si sa ancora poco ma che è più o meno questo: contenuti tutti a pagamento, anche per mobile e tablet, affiancati ad articoli gratuiti disponibili su Daily Beast (megablog di cui da noi si parla pochissimo rispetto all'Huffington Post e non solo perché quest'ultimo ha la versione italiana). Tenendo conto che online l'unico modello di "poco gratis e molto a pagamento" che sembra funzionare è quello del "paywall" del New York Times, e non so quanto sia replicabile, questa è davvero una notizia.

Se il progetto Newsweek porterà risultati lo vedremo tra non molto. Quello che traspare ora è un'idea molto coraggiosa: le rotative ci costano troppo, andiamo solo online subito con un modello di business molto, molto semplice. Una scommessa in tutto e per tutto, vediamo l'effetto che fa. Visto che la quasi totalità degli editori contano ancora sui ricavi della carta (sul Giornalaio trovi tutto, ma anche su Wired) e anche quelli che hanno sposato la filosofia "digital first" non la abbandoneranno (El Pais, uno su tutti), questo salto assume un fascino analogo a quello di Felix Baumgartner. Certo, non sono folli come sottolinea bene Ezekiel su Twitter, ma dei coraggiosi sicuramente. Visto che nel futuro dell'editoria ci stiamo vivendo, in bocca al lupo a Tina Brown e ai suoi. E se il modello che funziona non sarà gratuito per gli utenti, pazienza. Felice di essermi sbagliato.


Aggiornamento del 26 Ottobre 2012
Sulla questione Newsweek, si sono state molte riflessioni interessanti citate da Giuseppe Granieri. Quasi tutte sottolineano che è un salto nel vuoto e basta. Che il paywall non servirà, che spegnere le rotative riduce i costi ma non offre alcun modello alternativo, che è solo un modo di tenere in vita artificialmente un vecchio e glorioso giornale con un modello di business che, semplicemente, "non funzionerà". Io resto a guardare, comunque. Ah, un'ultima cosa: vedendo i numeri, anche per il paywall del New York Times non sembrano tutte rose e fiori.
 

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