martedì 15 gennaio 2013

Duecentoquindici conferme

La valanga di simboli elettorali, 215 per essere precisi, presentata al Viminale è impressionante da più punti di vista. Si possono fare analisi molteplici, principalmente politiche, e sono tentato visto quanto ho studiato nei miei anni all'università. Ma ora faccio altro, per i commenti sull'attualità politica Twitter basta e avanza. Nel mio blog, appunto, scrivo di comunicazione per cui andiamo subito al punto: volete avere un'idea chiara sull'attenzione, la cura e la professionalità con cui si gestisce la comunicazione in Italia? Date un'occhiata ai simboli dei partiti dal punto di vista grafico e dei contenuti. Un bagno di sangue. 

Ne trovate molti qui: consiglio vivamente quello della Lega (slide 4, un'accozzaglia di messaggi diversi che esprime perfettamente la confusione strategica e tattica presente nel partito nordista), quello del MIR (slide 9, "Moderati in Rivoluzione" è un perfetto ossimoro e l'apoteosi del non sense, il problema è che si prendono dannatamente sul serio) e quello dell'Udeur (slide 17, stilisticamente sembra disegnato da un bambino se non fosse che i bambini sono molto più creativi). Ma di orrori ce ne sono tantissimi: guardate la 19, la 21 (con la svastica reloaded), "Forza Roma" e "Forza Lazio", il 36 e il geniale "Forza evasori" alla 70. Immagini elementari, font improvvisate, cloni e chi più ne ha più ne metta. Si salvano in pochi. E parliamo delle elezioni politiche, il più importante evento della politica italiana e questo è quello che i candidati sono riusciti a fare. Esito molto deludente.

Non per tirar fuori sempre le solite analogie con gli Stati Uniti, ma guardare all'attenzione con cui scelgono, ad esempio, il logola font di una campagna dovrebbe essere molto istruttivo (e vedere anche le relative critiche, da una parte e dall'altra). Guardate il logo di Obama là sopra: c'è la O di Obama, un sole che nasce, stile minimal e accuratezza. Qui sta il punto: la cultura della comunicazione in America c'è, in Italia molto, molto meno. E questo si riflette per casi come questo. Non si vota un candidato perché ha un bel simbolo, ma un bel simbolo aiuta a capire perché si vota quel candidato. Perché dietro c'è professionalità, attenzione, studio e competenze, tutti valori che mi vengono trasmessi in modo intuitivo e diretto. Abbiamo grafici scarsi? Tutto il contrario, il problema che quelli bravi raramente vincono le commesse importanti. Siamo in Italia, bellezza, conta altro. Conta la tribù.

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