Tempo fa avevo scritto un post con un titolo che suonava, più o meno, così: "sono su Facebook. E adesso?" Questa domanda esprimeva pienamente il senso di curiosità e smarrimento che poteva provare un responsabile di un'azienda davanti a questo Social Media con oltre 500 milioni di utenti nel mondo. Ora la domanda che mi sono posto, mettendomi nei panni di un'azienda (anch'io, nel mio piccolo, sono di fatto una microimpresa), è questa: dato che il mondo "social" si arricchisce ogni giorno di più di nuovi posti dove andare, si deve essere ovunque? La risposta non può essere positiva, dato che ci sono strumenti che sono più affini al modo di essere e pensare di un'azienda che vuole comunicare. Come ho detto più volte, la presenza online deve seguire la "personalità" dell'impresa stessa (ne avevo parlato qui). Essere ovunque è un po' seguire le mode, cosa che una società non dovrebbe mai fare.
Ma è possibile cercare una risposta più completa ed esaustiva? Io oggi l'ho trovata. "In questo cielo di costellazioni occorre preventivamente studiare gli strumenti tecnologici, analizzare le proprie capacità, comunicare l’indispensabile, limitare la propria partecipazione a pochi “social network” indispensabili per il messaggio che si vuol trasmettere". Una risposta chiara e semplice, scritta da Massimo Melica sul suo blog (uno di quelli da seguire ogni giorno, puntuale e mai banale). Conoscere gli strumenti, conoscere sé stessi, sapere quello che si deve comunicare, puntare solo sugli strumenti più affini al messaggio. Quattro punti chiave che vanno benissimo per molte altre attività all'interno di un'azienda.
Il suo post termina così: "Alla fine, che si vinca o si perda, Internet resta il più avvincente strumento di “comunicazione introspettiva” in cui la scrittura digitale instaura, per paradosso, un dialogo verso se stessi e non solo verso gli altri". Attraverso Internet ci si può guardare anche allo specchio, con sincerità e serenità. Ne avevo già parlato ma le parole di Massimo Melica me le stampo e me le attacco di fronte alla scrivania.
(photo credits: Flickr, aldoaldoz)
Parole sante! o meglio parole molto utili.
RispondiEliminaIo non sono un imprenditore ma un blogger, e la teoria vorrebbe che io fossi veramente ovunque. Da qualche giorno poi mi sono trovato a lanciare il mio primo progetto personale, e il senso di divisione, che la rete con i suoi strumenti crea, si è fatto vivo più che mai.
Per tutti è impensabile seguire le mode, un conto è conoscere un conto è sfruttare.
Bisogna distinguere.
Condivido in pieno. Il mio discorso si riferiva a un'imprenditore perché ci lavoro e so che ha bisogno di capire meglio di altri questo fenomeno "social". Ma va benissimo per chiunque. Il post di Massimo Melica da cui è nato lo spunto parlava infatti di una persona qualunque. "Bisogna distinguere", avete perfettamente ragione.
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