lunedì 6 dicembre 2010

Il pre-partita IVA

Spesso mi chiedono consigli se aprire o meno la partita IVA. Per chi non ce l'ha, non c'è via di mezzo: o è una soluzione favolosa (lavori da solo, niente capi, prendi tutti i soldi del tuo lavoro, sei libero di prenderti le ferie quando vuoi, etc.) oppure è un bidone clamoroso (non puoi non essere un evasore, dipendi da quello che dice il commercialista, non hai lavoro sicuro, etc.). Come sempre, in medio stat virtus. Io ho 14 mesi di esperienza sulla partita IVA, l'ho aperta più per necessità che per scelta e, per questo, penso che possa essere utile dire la mia. Perché fino a un anno e mezzo fa non mi passava neanche per l'anticamera del cervello di fare il libero professionista (e non ho mai pensato di fare l'imprenditore, vediamo cosa succederà). Per questo, posso dare una versione molto semplificata della cosa. Vantaggi e svantaggi, senza tanti fronzoli, basati sulla mia esperienza. Perché il mondo del lavoro in Italia è un giungla. Se a qualcuno può essere utile, tanto meglio.
  • Modalità: aprire una partita IVA non costa nulla, basta recarsi all'ufficio dell'Agenzia dell'entrate più vicino, compilare i moduli e via. In più, la potete chiudere quando volete. Undici caratteri numerici che vi contraddistingueranno. Però deve essere chiaro quale regime si deve adottare (contribuenti minimi, regime agevolato, etc.) e quale lavoro si deve fare (ogni categoria professionale ha un suo codice ATECO) perché lo si deve segnalare subito sul modulo. Già da qui si capisce perché sia necessario avvalersi di un professionista o di un commercialista. La scelta è vostra, io vi consiglio di trovare una persona di assoluta fiducia. Siete soli contro la burocrazia, uno che risponde in fretta alle vostre (numerose) domande è opportuno averlo, sempre.
  • Rapporti col fisco e con le aziende: per i contribuenti minimi, è molto semplice, dato che serve solo tenere copia ordinata delle fatture e poco altro. Per altri regimi, ci sono altri obblighi, ma niente di cosi complesso. Questo vi servirà per fare il modello unico della dichiarazione dei redditi. Si fanno le fatture ai clienti, si spediscono (via posta e/o via mail, semplicemente) e ci si accerta che siano arrivate. I problemi verranno più dalle aziende, che vorranno avere chiarimenti su costi specifici o su varie modalità (come la ritenuta d'acconto, argomento che alle aziende sembra più misterioso dell'antico sanscrito). Altra conferma del fatto che serve qualcuno a cui chiedere (una circolare giusta al momento giusto è l'ideale per gli amministrativi che chiamano al telefono).
  • Costi: il costo del proprio lavoro è una delle cose più difficili da stimare, soprattutto se, come me, si arriva dallo status di dipendente. Io ho scelto di utilizzare un costo orario ma le possibilità sono molte. I clienti diranno sempre, e dico sempre, che siete cari (deformazione professionale) ma per loro avere un consulente con partita IVA ha dei vantaggi evidenti nel rapporto costi/benefici (qui ci si può fare un'idea). C'è il luogo comune che i liberi professionisti siano tutti evasori. Per quanto riguarda i consulenti aziendali, il discorso non sussiste. Perché? Il motivo è semplice, alle aziende clienti (quelle che pagano) conviene che si fatturi. Leggete qui, è tutto molto chiaro.
  • Opportunità: aprire la partita IVA offre sicuramente la possibilità di lavorare da soli, senza capi che vi stressano o che vi dicano cosa fare. Vi dico però una cosa: certe volte un capo lo desidererete. Impossibile? Quando dovrete affrontare i chiarimenti dei clienti, succederà. Ma la cosa più importante nello scegliere o meno di diventare liberi professionisti è avere, almeno, un cliente sicuro al 100% con cui partire. 100% non è 99%, sottolineo. Perché? Questo è il quadro: firmate il contratto oggi, la fattura gliela mandate a fine mese (passano 30 giorni), loro pagano a 30 o a 60 giorni (ossia, 60 o 90 dopo la firma), tenendo conto di aggiungere 10-15 giorni più un paio di solleciti telefonici. Vuol dire attendere almeno 2 mesi e mezzo prima di vedere i soldi reali, in un'ipotesi ottimistica. Se ci aggiungete il tempo di dover trovare un cliente, la vita diventa molto, molto difficile.
Questi sono solo semplici considerazioni fatte da chi certe cose le ha passate. In alcuni casi andrà meglio, in altri peggio. E ho tralasciato alcune parti fondamentali, come gli F24 da pagare in banca per fare i versamenti fiscali, contributivi e previdenziali, magari ne parlerò in un altro post. Però voglio dare qualche utile consiglio a chi, come me, si è trovato a dover chiedere consigli sulla partita IVA. Su Internet troverete molte cose ma il 95% di queste sono del tutto inutili o incomprensibili. Se riesco ad aiutare almeno una persona, il mio obiettivo l'ho raggiunto. Fatemi sapere.

7 commenti:

  1. Grazie a te, Francesco. E in bocca al lupo per Qore di Stile che è un progetto davvero interessante. La prima volta che torno a Venezia magari passo a trovarvi! Ciao.

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  2. Cristina, ti ringrazio, anche per il tweet! Scopro che i post che vengono di getto sul mio modo di fare "libera professione" sono sempre i più graditi.

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  3. Si mi piace, è interessante. L'ho aggiunto tra i miei preferiti... e lo terrò presente nel caso mi venga in mente di diventare libero professionista :)

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  4. Lorenzo, grazie mille. Tieni conto che a me un anno e mezzo fa non passava neanche per l'anticamera del cervello di diventare libero professionista. La vita va così. Buon Natale! :-)

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