Il piccolo problema è che il rumore di fondo dell'online sovrasta ogni senso critico, ogni idea, ogni riflessione. Ci si impegna talmente tanto a difendere la propria posizione "in linea" che si perde il motivo per cui ci si è andati. Ecco perché è necessario avere un "momento offline". Per analizzare il tutto e trarne conclusioni sensate. Non si deve per forza andare a Fanano come ha fatto Diegoli (a 96 chilometri esatti da dove sto scrivendo ora). Si stacca dal PC e dallo Smartphone, si legge e si riflette. I blog statunitensi questa evoluzione la stanno già facendo, offrendo opinioni strutturate, coerenti e utili, anche molto diverse tra loro. Voci fuori dal mainstream che accrescono il valore aggiunto di Internet. Parole con un mittente e con un gruppo di destinatari interessati a quello che viene detto. Come l'e-mail, così fuori moda. Così asincrona. Così necessaria.
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