giovedì 3 giugno 2010

Free media

«Guai a discendere in una nazione di blogger». Questa dichiarazione è di Steve Jobs. Che prosegue: «Se una democrazia vuole funzionare seguendo un processo libero e sano ha bisogno dell'informazione di qualità. Mi riferisco a giornali come il Washington Post, il New York Times, il Wall Street Journal. Restano centrali al processo …». Qual'è quindi la soluzione per il grande patron della Mela, il creatore del "magico" iPad? Il pagamento del contenuto. Uno può essere d'accordo o meno sulla questione, ma il punto è un altro: il futuro dei media.

Che i blog non possano essere l'unica risorsa informativa del Web penso siamo tutti d'accordo. Hanno una funzione molto importante ma non possono soddisfare tutte le esigenze degli utenti. Tuttavia, i blogger hanno contribuito a far capire ai media una cosa fondamentale: non siete i soli a comunicare. Il giornalismo di oggi ha bisogno di evolversi e in fretta. Non deve arroccarsi su posizioni reazionarie e indifendibili (come sta facendo) per mantenere quello status che ha avuto fino a qualche anno fa. Il pubblico ha bisogno di avere fonti e professionisti che lavorino per fargli capire cosa succede nel mondo e perché. Ma come realizzare i nuovi media? Bella domanda. Ma la risposta non può essere semplicemente "creiamo nuovi contenuti online e mettiamoli a pagamento". Ci vuole un po' di rispetto per chi legge.

Se una rivista cartacea molto costosa da fare come Wired Italia mi permette di abbonarmi per due anni (24 mesi) a 30 Euro (con un risparmio netto di 66 Euro, dato che costa 4 Euro a numero), non è perché sono pazzi. Ma perché i (pochi) investitori pubblicitari fanno si che i (molti) abbonati paghino molto poco per accedere ai contenuti e alle loro pubblicità. Chris Anderson ce l'ha ripetuto più volte su Free. Ora io mi chiedo: cosa impedisce a un editore di realizzare un quotidiano nato e pensato per il Web, con costi sensibilmente inferiori a un'ipotetica versione cartacea e renderlo accessibile in modo gratuito? Ovviamente, dovrebbe trovare un modo intelligente per far apparire una qualche forma di advertising, non troppo invasiva (non se ne può già più delle home page brandizzate del Corriere.it) e "intelligente". Video virali? Gallerie fotografiche dei prodotti? Vedremo. Intanto, pensiamoci. La scelta di mettere a pagamento i contenuti "mobili" del Corriere.it e della Gazzetta.it ha avuto un unico risultato su di me: che leggo lastampa.it.

Non possiamo essere una nazione di blogger? D'accordo. Ma dobbiamo avere un'alternativa seria e gratuita per accedere a notizie, contenuti e informazioni. Se no, il mio Google Reader è sufficiente.

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