Un bellissimo post di Andrea Beggi e un convegno su eBook reader/tablet al festival del giornalismo di Perugia mi hanno fatto pensare. "Non so più leggere" è un'ammissione che tutti, prima o poi, abbiamo fatto affacciandoci a un nuovo sito, blog, aggregatore o giornale online. Abbiamo troppa offerta, troppe immagini, troppi link, troppe possibilità da scegliere. E alla fine abbiamo l'impressione di aver letto l'articolo sbagliato, che probabilmente ce n'erano altri di più interessanti che abbiamo, involontariamente, snobbato. Un esempio è Il Post, la nuova creatura di Luca Sofri. E' fatto bene, è una bella idea ma ... è un "superblog" che aggrega notizie, altri blog dei redattori, notizie internazionali. Troppo per me, se mi perdo una volta al suo interno, di sicuro non lo faccio una seconda. Un giudizio sintetico, molto duro e molto vero, è già stato espresso qui.
Decisamente, siamo un po' troppo focalizzati sulle straordinarie potenzialità dello strumento che vogliamo avere in mano (iPad, Kindle e tablet vari) o sull'idea meravigliosa che abbiamo in testa (Il Post, Blognation e altri). Ma chi legge ha sempre gli stessi occhi, la stessa testa e, probabilmente, sempre meno tempo. Per questo, la riflessione da fare è sulla persona che guarda nello schermo: come coniugare le enormi potenzialità del Web e dei suoi fratelli digitali con le sue esigenze? Un quotidiano messo online in modo "tradizionale" (un esempio, la demo di Repubblica) può essere una risposta soddisfacente? La carta vincente potrebbe essere quella di realizzare media evoluti in grado di fare un duplice filtro: darmi quello che voglio in termini di contenuti, anche molto specifici (l'esigenza di informazione), segnalandomi quello che i miei 50 contatti preferenziali vogliono dirmi (l'esigenza della relazione). Una sorta di integrazione tra un portale, un blog e un social media.
Nella vita reale, una cosa così c'è già: basta leggere un giornale in spiaggia insieme ai vecchi amici. Bisognerebbe portare questa idea sul Web. Nessuno ha l'impressione di aver perso tempo facendo queste cose. Ma il difficile non è solo portare online la sabbia, il vento e il rumore del mare. Ma anche il divertimento.
Io sulla grafica e all'impostazione generale della pagina de Il Post non avevo riflettuto. Grazie a te e a Beggi che mi ci avete fatto pen(s)are.
RispondiEliminaIn effetti nei blog / siti / aggregatori in cui mi perdo, non torno una seconda volta.
L'era in cui si navigava senza bussola, soprattutto se si tratta di news, è finita per me.
Elena, Il Post è solo un esempio. Di sensazioni analoghe, che non riuscivo a tradurre in qualcosa di tangibile, ne avevo avute parecchie. Poi arriva Beggi che scrive uno di quei post semplici e diretti e dici: è proprio così! La nuova sfida per chi vuole informare è proprio quella di dare una nuova bussola ai propri lettori. Quattro punti cardinali e un ago che ti dice dov'è il Nord. E' tutto quello che devi sapere per navigare sul mare. Per il Web, c'è da trovare un'impostazione altrettanto semplice, immediata, utile. Non sarà facile.
RispondiEliminaRiccardo, come nuovo strumento hai già visto il VOOK? sembra interessante
RispondiEliminawww.vook.com
Cristina
Cristina, sul pezzo come sempre! Avevo già visto il Vook, ne aveva parlato Seth Godin nel suo blog. E' un'idea brillante ed è pienamente in linea con quello che dicevo in termini di impostazione semplice e immediata. Però forse non copre tutte le esigenze degli utenti, come quella dell'informazione. Vedremo.
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