lunedì 24 ottobre 2011

Sempre libero non professionista, ma diverso

I biplani virano ogni tanto, se no che gusto c'è? Questo blog, che ha eletto questo aereo a suo simbolo, ha più di due anni ed è nato quando ho aperto la partita IVA. Al tempo sentivo un impulso di comunicare, anche e me stesso, mentre la mia vita professionale stava cambiando tanto e troppo in fretta. Nel primo post spiegavo perché l'avevo aperto e il significato del suo titolo, che giocava sul fatto che non mi sentivo, per nulla, un libero professionista, anche perché neppure la scelta di diventarlo era stata libera ma del tutto obbligata dopo la (brutta) fine del mio rapporto in agenzia (con strascichi che continuano anche oggi). Il termine stesso, come sa chiunque pratichi la libera professione, è un perfetto ossimoro, una contraddizione in termini. In più, mi faceva pensare a un fantomatico "professionista della libertà", un'ottima parodia per tanti politici di oggi.

Bene, quel percorso iniziato oltre due anni fa è giunto al termine. Un'azienda mi ha chiesto di fare il salto, di diventare il suo responsabile marketing e comunicazione. Me lo ha domandato dopo un colloquio formale che di formale non aveva nulla: due ore di parole semplici e chiare, atmosfera idilliaca, feeling immediato. In più, solo ad entrare in quell'azienda, mi sono sentito bene, a mio agio, in mezzo a ragazzi sorridenti ma molto impegnati in quello che stavano facendo. Mi sono rivisto in loro e non mi capita spesso. Di aziende ne ho viste tante e ho imparato a fidarmi dell'istinto, della prima impressione, del sorriso sincero della segretaria, della gentilezza di quello che ti apre e ti indica in quale porta entrare. Sono cose che, quasi sempre, contano più dei dati di fatturato e degli utili per giudicare davvero un'impresa. Perché l'azienda non le può costruire a tavolino, si generano da sole in ambienti che funzionano.

Dalla prossima settimana lavorerò in azienda. Qualcuno potrebbe dire che mi sono accontentato di un posto sicuro, di una nuova comfort zone come direbbe il mio amico Nicola Iarocci. In parte è così, lo ammetto. Ma tutto era perfetto. La mia voglia di chiudere da partita IVA dopo che il governo ha di fatto cancellato il mio regime sotto i tuoi occhi solo per avere entrate in più (e spenderle in modi sbagliati). La nascita della secondogenita. Il desiderio di avere un lavoro a cinque minuti di distanza e non di clienti a 180 chilometri. Ma una cosa c'è da dire, su cui sono sicuro: era quello che volevo e non da ieri. Ho sempre pensato che il mio vero banco di prova professionale sarebbe stato quello di mettermi in gioco per promuovere un'azienda mia, non solo dire agli altri cosa fare e cosa non fare. Ho avuto questa possibilità e l'ho colta. Come è sempre successo per le decisioni grandi della mia vita, sono certo che non mi pentirò mai della scelta, anche se dovesse andare male (toccando ferro).

Libero non professionista è, oggi, una parte di me e rimane vivo e vegeto. Farò un post ad hoc per scrivere cosa mi ha dato (tantissimo) e le tante lezioni che ho imparato. Solo l'accezione del titolo cambia e diventa più filosofica: resterò libero di dire quello che penso sul mio lavoro, che è anche la mia passione, senza per forza metterci sopra il mio biglietto da visita di free lance. Cambierò punto di vista, mettendomi nei panni di chi ho spesso criticato, ossia le imprese. D'altronde, i biplani devono virare, dicevamo all'inizio, ma decollano e atterrano sempre allo stesso modo. In azienda mi hanno già detto che non c'è alcun problema per quello che scrivo qui, anzi che i miei post li leggono molto volentieri. Capito perché ho scelto senza indugio?

(photo credits: Flickr, Observe the Banana)

4 commenti:

  1. No, no, altro che critiche! Con la penuria di lavoro che c'è, hai fatto benissimo ad accettare! Spero arrivi anche per me un contratto e uno stipendio sicuro nel mio ambito di lavoro... A volte è demoralizzante.
    SOno sicura che quest'esperienza ti darà molto. Complimenti quindi e tantissimi in bocca al lupo!

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  2. Questo blog rimane vivissimo soprattutto grazie a commenti come il tuo: grazie mille! Una settimana fa avevo tutti i clienti in rinnovo, ero incazzato come una bestia con politica/burocrazia e vedevo tutto nero. In una settimana è cambiato tutto, così. Non era l'inferno ieri, non sarà il paradiso domani ma ho un entusiasmo addosso che non so neanche descrivere. Ho fatto tutto, dallo stagista al consulente, mi mancava questo. E ora si parte!

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  3. Gabriele, crepi il lupo! Intanto l'agenzia delle entrate mi sta facendo girare da due giorni per avere il modulo con cui chiudere la partita IVA. Quattro fogli in tutto. Poi uno, oltre ad incazzarsi, capisce il perché di tante cose.

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