giovedì 15 dicembre 2011

I contenuti regnano, le mode meno


Due notizie, molto diverse tra loro, portano acqua al mulino di chi crea contenuti per il Web. Da una parte, Matt Cutts di Google ha dichiarato che il re dei motori di ricerca vuole dare grande visibilità alla qualità intrinseca del contenuto e non su come è realizzato il codice HTML che lo contiene. In più, ha ufficialmente negato che i siti realizzati senza seguire le logiche SEO siano effettivamente penalizzati (o addirittura estromessi) dalle ricerche di Google. In breve: non esistono trucchi di Search Engine Optimization validi, l'unica preoccupazione che si deve avere è scrivere ottimi contenuti, accessibili, interessanti, con buoni titoli. L'altra bella notizia è invece legata al parere di uno dei più grandi esperti americani di Content Management, Joe Pulizzi: la Content Curation va bene ma è più importante la Content Creation. Quindi, si sposta l'attenzione sulla realizzazione di testi nuovi e non, di fatto, sul miglioramento di quelli già presenti. Questa è la moda del 2012, a quanto pare.

Le due notizie sono molto importanti, perché sottolineano ancora una volta che la qualità dei contenuti fa la differenza. C'è però da dire una cosa, molto chiaramente: viviamo in un mondo colorato di varie tonalità di grigio, non solo di bianco e nero. Questo vale anche per la gestione dei contenuti online. Come nel Giugno del 2010 ero stato un po' scettico sulla priorità da dare alla cura dei testi (il contenuto, per regnare, deve essere per forza qualcosa di curato, di qualità, di interessante), oggi lo sono altrettanto per il ritorno dell'attenzione verso la creazione dei contenuti. Sono due lati della stessa medaglia, se si vede una o l'altra parte dipende dalla moda del momento. Per quanto riguarda Google, le affermazioni di Cutts collidono un po' con l'approccio collaborativo che hanno sempre tenuto con i (bravi) esperti SEO. Avere validi e competenti professionisti (come questi) che consigliano sulle parole chiave da usare e sulle soluzioni tecniche più efficaci, a mio parere, non può fare che bene alla visibilità di un'azienda.

Al di là di queste considerazioni, le due notizie dimostrano come la ricerca di qualità nella realizzazione e gestione dei contenuti sia sempre più importante. E questo non può farmi che piacere, c'è tanto lavoro da fare in questo senso (io lo sto facendo, proprio ora, per la mia azienda). Content is still king. Il re è più vivo che mai, viva il re.

Aggiornamento: a conferma che non c'è alcuna contrapposizione tra "contenutisti" e "seoisti", segnalo due bei post (qui e qui) fatti da esperti SEO sulla questione. In medio stat virtus.

2 commenti:

  1. E' molto interessante quando dici, come sempre. Leggo diversi post riguardanti il successo di un sito web e dei suoi contenuti. L'ottica con cui presentano i vari stratagemmi pare così semplice. Secondo me, per creare un contenuto di successo, valido, curato e raggiungibile da Google non bastano solo e soltanto le regole minime del SEO. Ci vuole consapevolezza e studio.

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  2. Carolina, sei diventata una presenza costante nel mio blog (e ti ringrazio per questo). Per fare un buon sito Web servono tante competenze diverse, molta esperienza e un'azienda che vede avanti. Questa è una condizione necessaria ma comunque non sufficiente per creare una vera relazione con le persone che vengono a visitarlo. Non è affatto facile. Per questo, quando leggo di trucchi o stratagemmi apparentemente semplici, vado a leggere qualcos'altro perché vuol dire che non è un bravo esperto, di qualsiasi cosa.

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