mercoledì 28 dicembre 2011

L'inutile conflitto tra testo e immagini

Lo ripeto spesso: un'immagine vale più di mille parole. A patto che sia un'istantanea perfetta per esprimerle tutte quelle parole (come quella qui sopra, che cito spesso). Non basta che sia un'immagine di grande impatto, di grafica perfetta, di colori espressivi, la cosa importante è che deve essere strettamente legata a ciò che vogliamo comunicare. Spesso, io in primis, ci facciamo affascinare dalla foto in sé, non dal suo significato. Mi spiego meglio: di questi tempi, a livello di comunicazione, vanno molto di moda le "infografiche", ossia la rappresentazione di dati e numeri in forma grafica. In generale, si inizia sempre più a parlare di visual storytelling (qui un ottimo articolo) anche in Italia, ossia di immagini che riescono a raccontare storie come i testi. Forse è solo moda, forse c'è di più. Quello che posso dire è che, per me, storia e immagini non possono prescindere l'una dall'altra, tranne rarissime eccezioni.

Ci sono foto che raccontano storie, in un secondo (vedi qui) ma sono rare. Ci vogliono numerosi fattori concomitanti che devono coesistere perché accada. Molto più spesso accade che una foto rafforzi molto un bel testo e viceversa. Riflettendoci su, non capisco perché si debba scindere questi due elementi. Negli ultimi giorni sono andato nell'azienda nella quale lavoro con la mia reflex (sono molto meno di un dilettante) e ho fatto alcune foto, perché mi serviva contestualizzare i messaggi che volevo esprimere scrivendo i contenuti. Sapevo quello che volevo scrivere e sapevo quale tipo di immagini mi mancava. Magari ne parlerò più avanti del risultato, per ora mi ritengo soddisfatto. La stessa cosa accade per questo blog: talvolta passo più tempo a cercare le foto giuste che a scrivere i post. Certe volte le azzecco, altre meno, ma so perfettamente quanto siano importanti.

Lo ammetto: le infografiche, spesso bellissime, non mi lasciano quasi nulla. Ne ammiro la struttura grafica, vedo dietro un'idea visiva notevole ma poi quelle informazioni non le ricordo mai. Mi resta impressa la forma ma non la sostanza. Soprattutto, se ne vedono talmente tante su riviste e su Internet, Social Network compresi, che quasi sono più interessanti le pubblicità (sì, è una provocazione). Magari è un problema mio, anche se ho qualche illustre conferma, ma ritengo che la combinazione testo-immagini, quella che ha fatto la fortuna della carta stampata negli ultimi secoli, sia ancora l'elemento migliore: più semplice, più completo, più efficace. Magari gli esperti di neuromarketing non saranno d'accordo, visto il "picture superior effect", ma secondo me il punto l'ha centrato, perfettamente, Jacek Utko: "spesso i redattori non capiscono che i grafici servono a vendere meglio i loro testi e, allo stesso modo, i grafici non capiscono che i lettori comprano soprattutto contenuti, non bellissima arte". Il suo punto di vista è del 2009 (ed esemplificato, di fatto, nell'immagine qui sotto) ma è più attuale che mai.



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