venerdì 23 dicembre 2011

La comunicazione realista

Il garage di HP*
Un approccio "realista". Questo è quello che ho sempre cercato di seguire nel mio lavoro di consulente (prima) e di responsabile della comunicazione aziendale (ora), ossia descrivere l'azienda per quello che davvero è, non per apparire. Sembra un concetto banale ma non lo è affatto, sia in positivo che in negativo. Quante volte ci siamo imbattuti in aziende che pensavamo piccoline, in base al giudizio del loro sito e della loro documentazione, e invece erano strutturate e organizzate, con più sedi all'estero? E quante altre volte ci siamo fatti l'idea di avere a che fare con aziende di un certo livello per scoprire poi che erano molto più piccole che medie imprese? Questo perché il mondo delle PMI è talmente eterogeneo che, letteralmente, non si può mai dire.

Recentemente, mi sono trovato proprio a discutere di questo. Il mio interlocutore sosteneva un approccio opposto ma, nella sostanza, altrettanto valido: far vedere quello che si vuole diventare, non quello che si è. Perché, si chiedeva, limitarsi all'esistente quando i clienti vogliono sapere come li saprai supportare da oggi in poi? Senza voler entrare in discorsi filosofici o in confronti simpatici ma sterili (realisti contro evoluzionisti), non si può prescindere da quello che si è. Se l'azienda è giovane, ha obiettivi ambiziosi e la situazione esistente è in divenire, il fatto di puntare l'orologio al futuro è una scelta sicuramente valida. Ci si espone al rischio che un cliente possa rimanere sorpreso quando ci contatta direttamente, non trovando quello che si aspetta, però è un rischio più che calcolato e, quindi, accettabile.

Ma ci sono dei limiti e faccio un esempio chiaro. Spesso le PMI italiane non comunicano volentieri dove hanno la sede se stanno in piccole città, temendo di essere percepite come "provinciali". Diciamolo chiaro, è un falso problema. La Ferrari, una delle aziende più conosciute e amate al mondo, è di Maranello (17mila abitanti) e lo comunica da sempre. La Ducati è "la casa di Borgo Panigale", che è un quartiere bolognese, mentre Illy (che esporta il suo caffé in 140 Paesi) comunica sempre che è di Trieste, mica di Milano. Perché la localizzazione della sede mai dovrebbe essere un limite per una PMI se non lo è per brand conosciuti a livello mondiale? Un'impresa deve presentare se stessa e la propria storia con sicurezza e onestà, senza false paure. Non capiterà mai che un cliente possa dire "non se ne fa nulla perché siete di questa piccola città" e lo stesso discorso vale per altri cento aspetti della comunicazione. "Il saggio si vergogna di vedere le proprie parole eccedere le proprie azioni" diceva Confucio. E le aziende sagge piacciono a tutti.

Buon Natale a tutti!

* Si tratta del vecchio garage dove HP mosse i primi passi, a Palo Alto. Ora è un monumento nazionale dello stato della California ed è stato protagonista di una campagna di comunicazione dell'azienda.

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