giovedì 29 dicembre 2011

L'importanza di essere responsabili

Sulla questione se i blog siano morti, vivi o vivissimi, che va per la maggiore in questo epilogo del 2011, non ci voglio entrare per nulla. Non mi compete, viste anche le mie umili statistiche di accessi e visitatori. Però persone molto valide, che leggo ogni giorno, hanno scritto ottimi post in merito, che vanno oltre questa sterile questione. Ne cito alcuni perché, a mio parere, valgono molto più di un retweet o di una condivisione: in questo modo, accogliendoli in casa mia, voglio ringraziarli per avermi fatto riflettere. Ho scelto di dare la priorità a una frase, una citazione che condivido particolarmente e che voglio "fare mia", per poi citare il link.

Personalmente ritengo che il termine blog sia ormai una “parola scatolone”, troppo ampia di significati per poter dare un senso unico ed univoco al dibattito che pure continuo a seguire con attenzione ed i cui sviluppi mi piacerebbe affrontassero la questione del blog come format editoriale adottato anche da quotidiani e, appunto, superblog (Il Giornalaio, Pierluca Santoro, post "Fare luce sui blog").

Se hai qualcosa da dire, probabilmente il blog è il posto migliore per farlo. [...] Personalmente non so se ci sia un Rinascimento Blog, ma posso affermare in tutta tranquillità che in questi 10 anni io non ho smesso un attimo di leggere i blog e sono molto grato a tutti coloro che li usano per condividere idee, pensieri e spunti di riflessione (Blog Notes, Giuseppe Granieri, post "Blog e nuvole").

L’uso e l’abuso dei social network, per novità, per affezione, per facilità d’uso, per dipendenza da attenzione, vedono oggi un riflusso da parte dei blogger della prima ora o di quelli più consapevoli, non perché ci sia un male nell’uso dei social network e un bene nel blog, ma perché il blog mantiene e rafforza la propria identità digitale e la conserva nel tempo. [...] Arroccarsi sul proprio blog è un po’ come restare chiusi in casa con la porta aperta, lasciando entrare gli amici e i passanti, più o meno fedeli, ma la vita online è anche altrove (Pandemia, Luca Conti, post "L'anno della rinascita dei blog).

Ad alcuni miei clienti quest’anno ho imposto di andare a scavare nei loro archivi, in articoli cartacei, in ricette perdute, per riciclare, rivitalizzare, ripubblicare, prendere come spunto. [...] E quindi anche questo blog ricicla, via twitter, ogni tanto. Per fortuna ho sempre avuto l’ambizione di essere una terza pagina, e non un’ultimora. Del resto, chi gioca per il campionato dell’ultimora ha il vantaggio del picco delle ricerche correlate nell’immediato, chi gioca nel campionato evergreen, ha il vantaggio della vita infinita dei contenuti, che accumula capitale “sociale”, un poco per volta, una riga per volta  ([mini]marketing, Gianluca Diegoli, post "In lode al riciclo").

Faccio un veloce e personalissimo mash-up: il blog come nuovo formato editoriale, una sorta di terza pagina di approfondimento, può diventare un vero punto di riferimento, costante nel tempo, per tante persone. Tuttavia, deve superare i propri limiti tradizionali, finendo di essere troppo autoreferenziale e aprendosi davvero, e non solo a parole, verso quello che sta altrove, che siano Social Network o qualsiasi altra cosa. La parola d'ordine del 2012: responsabilità, non marchette (citando Pierluca Santoro).

Buon anno.

(Photo credits: Scuola Anticoli)

2 commenti:

  1. Condivido quanto dici sulla responsabilità e sull'importanza di contenuti e atteggiamenti responsabili.

    RispondiElimina
  2. Grazie mille Carolina, come sempre. Buon 2012 di contenuti responsabili, allora, visto che noi blogger (definizione che odio) siamo tornati di moda. :-)

    RispondiElimina