martedì 20 marzo 2012

L'insostenibile approssimazione delle infografiche

Ho detto più volte di non provare una simpatia smodata per le infografiche. Lo so, sono fuori moda ma non è questo il problema (Twitter è "cool" e lo uso quotidianamente con grande soddisfazione). Ho la netta sensazione che, essendo fatte per colpire l'attenzione, si privilegi il contenitore rispetto al contenuto. Facciamo una prova: quanti dati scritti su infografiche vi sono rimasti impressi nella memoria? Pochi? A me nessuno. Se questi strumenti servono per trasmettere informazioni, per quanto mi riguarda stanno fallendo gli obiettivi. Un po' come accade per certe pubblicità: ti ricordi di quanto erano belle, o addirittura geniali, ma non il marchio o il prodotto che dovevano promuovere. Va bene che, come dice McLuhan, la pubblicità è la più grande forma d’arte ma, come dicono tanti altri, è anche l'anima del commercio.

Una prova evidente dei limiti attuali delle infografiche è data dai risultati della ricerca dell'Osservatorio IULM sulla SocialMediAbility delle aziende italiane, di cui ho parlato anche qualche giorno fa. Hanno pubblicato una bella immagine che riassume i dati principali dello studio, la potete vedere sotto al post. Il campione utilizzato prevede una presenza abbastanza omogenea di piccole, medie e grandi aziende, cosa che non rispecchia esattamente la realtà visto che in Italia il 94,7% delle aziende sono piccole, anzi micro, con meno di 10 dipendenti (fonte ISTAT). Ma è una scelta dei ricercatori ed è da rispettare.

Bene, ora vi chiedo, come facevano i vecchi addetti stampa: dove sta la vera notizia? Che il 49,9% delle imprese coinvolte usi almeno un Social Media? Che il 24,5% delle aziende abbia i bottoni sociali sul sito (parametro che ho utilizzato anche io in passato)? Che Facebook sia quello più utilizzato? No. La vera notizia è quella che ho già citato nell'altro post: l’indice di SocialMediAbility delle piccole imprese, ossia 95 aziende italiane su 100. Che sottolinea questi dati impietosi:
  • Orientamento verso i Social Media: 0,4
  • Attenzione/cura: 0,3
  • Efficacia: 0,2.
Dove si evincono questi dati dall'infografica? In basso ma sono integrati con gli altri, non emergono. In più, la scala è da 0 a 10, mentre guardando i grafici in basso, sembra sia da 0 a 5: una bella differenza. Per un'esigenza puramente grafica, è stato condizionato, se non stravolto, il risultato della ricerca. Questo è solo un esempio, allo IULM hanno fatto un bel lavoro: il problema è nel mezzo, dove quasi sempre non si citano le fonti dei dati. Sono limiti evidenti e, mi sa, strutturali. Immagini e numeri non sempre possono andare d'accordo. Ma la priorità deve essere sempre nella "info", non nella "grafica".

2 commenti:

  1. Molto interessante questo studio. A me non rimane impresso quasi nulla di quello che leggo su Twitter e non mi stupisce la difficoltà delle aziende nei confronti delle infografiche.

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  2. Si bada alla quantità, agli strumenti, alla potenza di fuoco. Mentre la qualità, i contenuti e la selezione delle informazioni passano in secondo piano. I Social Media devono ancora maturare in quanto "media".

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