martedì 24 aprile 2012

Non siamo americani

de tauer
Noi non siamo americani. Lo so, detto così sembra ovvio ma per chi si occupa di comunicazione attraverso la Rete spesso la differenza tra noi e loro diventa sottile. Spesso leggo manuali scritti da esperti statunitensi, in cui ritrovo belle idee e spunti interessanti. Ma molte delle regole che propongono non possono essere applicate tout court alle imprese italiane, per un milione di motivi. Il primo, tanto per capirci, è che negli Stati Uniti l'azienda tipo, la protagonista della gran parte dei manuali, è la grande impresa con reparti comunicazioni ampi e specializzati, mentre in Italia dominano le PMI dove un responsabile comunicazione non c'è, spesso e volentieri. Verò è che l'America è il luogo dove il marketing ha preso corpo ma le sue regole sono molto più antiche: già i romani erano bravissimi ad applicarle (nel mio libro, che uscirà in estate, cito un paio di esempi illuminanti in questo senso). Abbiamo molto da imparare ma, allo stesso tempo, dobbiamo sapere cosa ci serve davvero.

Un recente post di Gianluca Diegoli cita un altro esempio di come trasformiamo il nostro modo di pensare per adeguarci a regole non nostre. Quante volte abbiamo letto articoli o post dal titolo "Le X regole per fare un Y di successo"? Tanti ma, scommetto, non ne riuscite a citare neanche uno. Noi non abbiamo quella forma mentis che privilegia un numero ristretto di input, siamo quelli che si basano su un misterioso mix di creatività e improvvisazione poco rappresentabile in X regole. Gli americani amano gli acronimi, noi non sappiamo neanche che FIAT nasce da Fabbrica Italiana Automobili Torino. Altro esempio: in Rete si legge ovunque la parola "startup" e "startupper", il che non è per niente un male. Tuttavia rischiamo di perdere il contatto con la realtà di migliaia di PMI, già nate ed esistenti oggi, che hanno bisogno di capire come devono comunicare, non solo online. Mauro Lupi ha perfettamente centrato il punto e c'è poco da aggiungere.

Dobbiamo partire dal presupposto che abbiamo una struttura produttiva particolarissima, con piccole aziende che nonostante tutto tengono duro e vendono, soprattutto all'estero. Pensare che uno o più guru americani siano la soluzione pronta all'uso per la comunicazione online è azzardato. Non siamo americani, e non è un male.

(photo credits: Flickr, * RICCIO)

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