giovedì 19 aprile 2012

La home page? La decide il lettore

In questi giorni il dibattito sul killer di Utoya (su questo blog non leggerete mai il suo nome, per precisa scelta di chi scrive) e sul suo processo è su tutti i giornali. Nasce però un problema: i messaggi, spavaldi e deliranti, di questo tizio arrivano a tutti i lettori dei quotidiani, ovviamente mediati e analizzati, ma arrivano. Io sono sempre stato per la massima libertà di informazione, perché l'utente/lettore medio è persona senziente e non si beve tutto quello che scrivono i giornali senza spirito critico. Però, lo confesso, vedere quella faccia sorridente in prima pagina un po' mi ha dato fastidio e, probabilmente, anche a molti altri. Però non si può censurare, la notizia c'è ed è giusto che ci sia. Che poi in Italia ultimamente i reportage si facciano solo su fatti di cronaca nera è un altro discorso.

Il quotidiano norvegese Dagbladet, che sta seguendo gli eventi in modo ampio e approfondito, ha avuto un'idea molto intelligente: dare la responsabilità al lettore se leggere le news sul processo di Utoya o meno. Cliccando il bottone "forside uten 22. juli-saken", in nero in alto nell'home page (vedi sotto), si può scegliere se visualizzare queste notizie o meno.

L'home page di Dagbladet con il processo di Utoya

L'home page senza il killer, dopo aver cliccato l'opzione in home page

Nessuna censura, il lettore sa che la notizia c'è e decide, in piena autonomia, se leggerla o meno. Qualcuno può obiettare che basta un click su un altro link e si effettua la stessa scelta ma il quotidiano trasmette un messaggio simbolico importante ai suoi lettori: sappiamo che vi può dare fastidio e vogliamo darvi un'opzione in più. Una bellissima idea. Io, se fossi norvegese, sceglierei di non leggere le notizie su Utoya, consapevolmente: il mio giudizio me lo sono già fatto, spero solo che lo mettano in galera quanto prima con qualche decina di ergastoli. Non mi interessano neanche i plastici di Vespa, che lui "impone" ai propri spettatori. Io sto con il Dagbladet.

Un'ultima cosa, last but not least. La notizia di questa idea l'ho sentita su Radio 24 ma non avevo capito né il nome del quotidiano né dov'era il link (il mio norvegese è molto migliorabile). Ho chiesto direttamente su Twitter al conduttore, Alessandro Milan, e al giornalista norvegese, Simen Ekern. Ho avuto da loro chiarimenti veloci e diretti, li vedete sotto. A cosa servono i Social Network? Ecco un bell'esempio di fact checking. Dopo le parole, i fatti.


 

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