giovedì 3 maggio 2012

Il marketing delle porte aperte

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Ho appena finito "All employees are marketers" di Richard Parkes Cordock (lo potete leggere online qui), breve manuale che spiega in modo chiaro che il marketing non lo fa solo il reparto omonimo o quello delle vendite ma l'impresa nel suo complesso. La centralinista che risponde al telefono, la segretaria che prende un appuntamento, il tecnico che progetta un particolare del prodotto, il responsabile degli acquisti che sceglie i componenti, sono tutte persone coinvolte direttamente nella promozione di ogni soluzione. Io ho sempre avuto questa impostazione: per quanto sia bravo l'uomo del marketing o quello delle vendite, conta sempre e solo il prodotto. Che è fatto di componenti tangibili e intangibili. Tra i secondi, c'è il coinvolgimento e la passione di coloro che hanno contribuito a progettare e realizzare quello che si vende.

Spesso e volentieri, l'ufficio marketing di una PMI italiana, quando c'è, non tiene conto di questo fattore. La comunicazione con gli altri colleghi è frammentaria, incostante, spesso più forzata che volontaria. La si percepisce quasi come una perdita di tempo, quando invece l'esperienza, le competenze e la passione delle persone con cui si lavora potrebbero essere formidabili strumenti di promozione. Ecco qualche consiglio sparso (niente elenchi, per carità) per chi lavora nel marketing, che sto cercando di mettere in pratica nella mia azienda:
  • Lasciate le porte aperte: incentivate i confronti con i colleghi, i momenti di discussione, anche le possibili prese il giro per un refuso sul sito. Vi aiuteranno a capire molto di più del vostro lavoro rispetto a qualsiasi libro, Powerpoint o post (compreso questo).
  • Informate tutti su cosa state facendo: oltre a dire "al mercato" e "al target" un sacco di belle cose, ritagliatevi del tempo per fare una sana e utile comunicazione interna, informando i colleghi su quello che fate o che state per fare. Basta una mail ogni tanto e, per favore, niente discorsi "markettari" (lo so, è difficile ma è un esercizio molto utile).
  • Impegnatevi a farvi coinvolgere: se fanno una riunione sulle nuove funzionalità del nuovo software, non dite "sono troppo impegnato con la brochure" a priori, chiedete di essere coinvolti. La prima volta ne capirete il 10%, la seconda il 20% e la terza un po' di più (esperienza personale). Non capirete mai tutto, ma neanche il 50%, semplicemente perché non è il vostro mestiere. Tuttavia avrete un sacco di idee in più su come parlare davvero a chi quei software li sta cercando, cose che non trovate su Internet.
  • Create spazi di relazione costanti: proponete caffè, riunioni, pranzi o partite di calcetto, parlare coi vostri colleghi è importante e, soprattutto, non potete farne a meno se volete fare un buon lavoro. Scegliete voi il campo da gioco, vi stupirete di quanto il collega introverso e schivo non aspettasse che di scendere in campo. In più, quella persona perderà 10 minuti per spiegarvi quella caratteristica tecnica che voi non capite e, cosa ancora più importante, lo farà volentieri.
Ricordiamoci sempre che la voce delle imprese è quella delle persone che ci lavorano dentro. Il (buon) marketing serve solo a dare ordine al coro.

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