giovedì 17 maggio 2012

Lezioni di Volunia, seconda e ultima parte

O si decolla o si affonda. Qualche tempo fa avevo scritto un post sul progetto Volunia, sottolineando gli aspetti negativi e quelli positivi di questa iniziativa tutta italiana, anzi padovana. La Rete aveva massacrato quel progetto, con tante ragioni e, a mio parere, qualche torto. La cosa che mi aveva più infastidito erano stati quei giudizi sommari, insindacabili, definitivi sul fallimento certo di quella idea. Il tempo però aveva dato ragione a coloro i quali quei giudizi li avevano espressi. Dai creatori di Volunia nessuna difesa, nessuna spiegazione, nessun chiarimento, solo un lunghissimo e inspiegabile silenzio. Perché? Ritengo che, a livello di comunicazione, fossero stati mal consigliati prima (presentazione in pompa magna e con aspettative troppo grosse per un progetto rivelatosi in divenire) e siano stati mal consigliati poi. Però, ripeto, si tratta di gravi errori di comunicazione non legati direttamente alla bontà del progetto Volunia. Nel frattempo, sono diventato Power User e Volunia l'ho provato. Un'altra grossa delusione.

Leggo oggi un post di Luca De Biase, che su quel progetto aveva speso molte parole, che dice che hanno imparato la lezione. Le pesanti critiche sono state prese in modo costruttivo e lo affermano direttamente dal loro neonato blog. Qualcosa si muove, forse. Sostengono che stanno facendo molte nuove cose sia a livello di motore di ricerca che di veste grafica e contenuti. Sinceramente, lo spero. Il problema è che siete in ritardo e non avrete un'altra occasione. Questa volta, come dicono gli americani, è "do or die". E non perché Volunia non sia una bella idea ma perché ora deve dimostrare di essere gestita in modo adeguato. I progetti hanno bisogno di organizzazione, di tempistiche, di obiettivi e di responsabilità ben definite. Io, come molti altri, ho deciso di continuare a fare il tifo per Volunia, nonostante tutto, soprattutto perché è un progetto italiano. Ma non avremo più la pazienza di aspettare. Siamo stufi di vedere casi come quelli di I'm watch, vogliamo vedere casi come quelli di Glancee. Purtroppo vie di mezzo non ce ne sono: o si decolla o si affonda.


2 commenti:

  1. Mmm.
    Immaginiamoci un mondo buono in cui Volunia sia bello da vedere, usabile, i risultati di ricerca siano efficienti quanto Google, le mappe disegnabili siano 3D etc etc... tu lo useresti?
    Io, per me, credo di no. Per due motivi: i siti sono dei luoghi di passaggio, non di sosta; gli strumenti che interessano la navigazione andrebbero integrati nel browser.

    In sostanza avrei visto meglio indirizzati gli sforzi di Volunia se avesse sviluppato degli add-on per i browser, perché il mio punto di partenza nella navigazione non è il loro sito ma il mio Firefox.

    Sull'idea di vedere le tracce degli amici sulle varie pagine dei siti, a quello ci si sta avvicinando anche Google in maniera più discreta, intanto mostrandoti chi dei tuoi amici ha +1 le pagine nei risultati di ricerca.

    Insomma ancora oggi ho l'impressione che semplicemente abbiamo tutti sopravvalutato Volunia prima di sapere cosa fosse, il che indica di solito che il marketing ha funzionato ma il prodotto no. Quindi la penso all'opposto di te :)

    Comunque il 18 mi precipiterò a vedere come si è evoluto perché oh, io gli concedo infinite possibilità di mostrarsi cambiato, finché loro hanno soldi da investirci...

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    1. Ho sempre pensato che il (buon) marketing non può funzionare se non funziona il prodotto. Volunia lo conferma: più alte sono le aspettative che crei comunicando, più devono essere adeguate le risposte che dai con il prodotto. In ogni caso, pur pensandola diversamente, entrambi facciamo il tifo per Volunia. Forse l'abbiamo sopravvalutato, la risposta ci arriverà a breve.

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