mercoledì 11 luglio 2012

La velocità? Sopravvalutata


Un bel post di Massimo Mantellini ripropone un mio vecchio cavallo di battaglia: la "velocità smodata" di pubblicazione di una notizia ormai è un fattore secondario per un media. I Social Media da quel punto di vista sono imbattibili perché le notizie vengono generate e pubblicate dalle persone che quei fatti li vivono, in tempo reale. Una gara persa in partenza da ogni giornalista. Quello che manca a noi lettori non è la velocità, ma l'approfondimento, l'analisi, la spiegazione, ossia contenuti di qualità che gli utenti che twittano raramente possono garantire. In più, i media possono (teoricamente) offrire un autorevole ed efficace fact checking, ossia il controllo della notizia stessa. Ne avevamo già parlato io e PierLuca Santoro al Veneziacamp qualche mese fa ma rilancio la questione.

"I still don’t care who yells “first!” in the giant comments section that is modern journalism": questo il riassunto di questo bel pezzo di Poynter (grazie alla segnalazione di Giuseppe Granieri) Ormai i lettori hanno decine di fonti dirette da cui attingere, quello che vogliono in verità è la qualità. Quantità e velocità sono secondarie. Verissimo che gli scoop in anteprima, poco controllati o verificati, possono dare ottimi risultati nel brevissimo periodo ma sono gli obiettivi di medio-lungo periodo quelli che contano davvero. Io trovo molte più notizie interessanti su ProPublica che su decine di altri siti. Leggetevi questo approfondimento sulla "autosopravvalutazione" dei risultati ottenuti dalla polizia newyorkese nei confronti di possibili attacchi terroristici. Fatti, prove, verifiche, argomentazioni. Nella sostanza, pura qualità giornalistica. Questo vogliamo.

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