venerdì 27 settembre 2013

Mamma, butta la pasta

Sulla questione Barilla sarò breve.

Oltre a segnalare due post intelligenti (li trovate qui e qui) e diecimila parole inutili (cercate su Google), non ho altro da aggiungere.

P.S. la citazione del titolo è un omaggio a un grandissimo uomo di sport.

2 commenti:

  1. No no, secondo me ha detto proprio le cose così come stanno. Senza ipocrisia. Ed è difficile per molti prenderne atto. Siamo un paese arretrato, economicamente e socialmente, dove il 90% degli industriali la pensa come Barilla e la gente pure. Stiamo cercando salvezza in un passato mitico fatto di rassicuranti stereotipi. Guido Barilla avrà pure commesso un'ingenuità e gli sarà sembrato strano tutto questo clamore. Anche a me, se devo dirla tutta.

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  2. Il problema sta appunto nel fatto che l'industriale e l'industria sono due cose diverse. Le opinioni del primo non devono coincidere con quelle della sua impresa perché l'azienda non deve avere preconcetti, per definizione. Deve vendere, che è una filosofia che può apparire superficiale ma è il massimo del democratico: non mi interessa di che colore sei o come gestisci la tua vita, compra la mia pasta e io sono contento. Il problema è che siamo ancora in ottica di padri-padroni. Nelle scuse di Guido Barilla sono richiamati direttamente i suoi dipendenti, lì sta il punto. Tu parli per 8.500 persone, non per te. Che l'azienda abbia il tuo stesso nome conta il giusto.

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