Ci sono certe piccole grandi cose che ti iniettano un entusiasmo incredibile e inaspettato. L'evento fatto da ACTA ieri alla Triennale di Milano è, senza dubbio, una di queste. Un vero e proprio show teatrale in cui liberi professionisti hanno fatto, per un giorno, gli attori non professionisti. E sono stati bravissimi. Hanno fatto capire alle tantissime persone, tutte fianco a fianco nella sala Agorà, la nostra vita e il nostro mondo in un modo del tutto particolare, ironico ed efficace, teatrale e realistico. Va bene, un bell'evento, una bella idea, e poi? Poi hanno creato un dibattito tra pari all'interno della sala, facendo parlare chi era venuto a vedere e poi spiegando direttamente le ragioni dell'Associazione, le sue esigenze, i suoi obiettivi. Un successo, ma c'è di più. E qui porto la mia personale esperienza dell'evento.
Sono arrivato là presto, perché volevo conoscere dal vivo alcune persone di ACTA che sento spesso in rete. La regista argentina Marcela Cerli, un concentrato di energia pazzesca, mi ha guardato e mi ha subito arruolato nello spettacolo. Ho fatto la nuvola. Quando saranno disponibili più video e foto dell'evento si capirà meglio. Non ho fatto a tempo ad arrivare là che ero diventato subito uno di loro. Senza moduli né form, solo pacche sulle spalle, sorrisi, battute, discussioni. Il tutto in cinque minuti e con persone che non avevo mai visto di persona in vita mia. Un entusiasmo che raramente si trova concentrato in un unico posto. Persone diverse, tutti serissimi nelle prove, tutti simpaticissimi nelle pause. E siamo andati in scena. Il mio ruolo è durato 10 secondi ma fare il rito teatrale del "merda, merda, merda" tutti insieme, all'inizio, è stato bellissimo.
Ieri mi sono sentito parte di ACTA in modo istintivo, diretto, personale. Tengo a precisare che ieri ero solo una persona interessata a un progetto, non ero né socio né iscritto. Oggi lo sono. Perché ho toccato con mano un'idea e ho conosciuto delle persone che hanno dentro di sé la volontà di raggiungere un obiettivo, diciamocelo, molto ambizioso: dare luce agli invisibili, difenderli, promuovere il loro ruolo nella società e nell'economia italiana. Se da ieri siamo più visibili, c'è da dire grazie a loro. Che hanno speso ore del loro tempo libero per provare uno spettacolo davvero bello. Il miglior modo di capire davvero il manifesto del lavoro autonomo di ACTA era guardare le persone che erano là a recitare. "Io sono libera non professionista, perché non si può essere, al tempo stesso, libero e professionista" è stato detto da una di loro. Anche lì c'era qualcosa di me. E un'altra parte di quello che sono davvero l'ho ritrovata dopo lo spettacolo.
Volete un consiglio? Non c'è da deprimersi, fuori dalla vostra porta c'è un sacco di gente bellissima da conoscere e da rivedere dopo tanti anni. C'è solo da buttarsi. Come cantava Battiato, le nuvole non possono annientare il sole. E di nuvole, grazie ad ACTA, da ieri me ne intendo.
(photo credits: ACTA)
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