Nella mia esperienza, la parola "successo" non è stata nominata quasi mai dopo una fiera. Come mai? Dato l'investimento consistente che fa l'azienda (diciamo 50mila Euro come minimo della pena), si dovrebbero analizzarne i risultati secondo alcuni parametri, quantitativi e qualitativi:
- Numero di visitatori passati per lo stand (database basato sulle informazioni disponibili, come biglietti da visita, moduli compilati, etc.);
- Numero di clienti, fornitori e partner tra i visitatori passati per lo stand;
- Numero di richieste di informazioni per prodotti specifici (moduli compilati o feedback dei dipendenti in fiera, per valutare quelli che hanno suscitato maggior interesse);
- Numero di persone incontrate a diventare clienti (e che lo sono diventati, facendo una valutazione a posteriori);
- Feedback avuti allo stand su pro e contro sulla partecipazione, sul personale e sui prodotti;
- Feedback su comunicazione post fiera inviata alle persone incontrate per sapere se hanno trovato interessanti le nostre novità e annunci;
- Feedback su apprezzamenti, curiosità e richieste fatte dai partecipanti.
Non sono dati così difficili da reperire, analizzare e utilizzare, "formando" adeguatamente le persone che dovranno operare in fiera. E sono informazioni potenzialmente utilissime. Ma poche aziende fanno analisi di questo tipo, per vari errori:
- Mancanza di coordinamento: le varie persone presenti allo stand (standiste, commerciali, addetti stampa, persone del marketing, etc.) operano senza avere un'organizzazione generale, non sapendo cosa devono fare gli altri;
- Mancanza di condivisione delle informazioni: i biglietti da visita vengono raccolti da persone differenti e non vengono condivisi, generando "buchi" negli elenchi dei partecipanti.
- Disinteresse verso i risultati qualitativi: si contano le presenze ma nessuno sa quanti e quali visitatori hanno espresso pareri positivi o negativi.
- Disinteresse verso i feedback: nessuna comunicazione viene inviata ai visitatori, ringraziandoli di essere venuti e chiedendo di far sapere eventuali suggerimenti.
L'azienda non deve mai dimenticare che anche per un visitatore andare in fiera costa tempo e denaro. Per questo, fa liste di contatti e di persone da vedere. Per attirare l'attenzione, spesso il brand dell'azienda non basta: ci vuole attenzione nella gestione del rapporto che si ha con il potenziale visitatore. Si ritorna, sempre, alla gestione della relazione, che può essere valorizzata dall'utilizzo consapevole e organizzato delle proprie risorse. Ha senso spendere 50mila Euro (e un sacco di tempo per i propri dipendenti) per una fiera quando, per esempio, il sito Internet è vecchio e non aggiornato? E se il visitatore scegliesse le aziende da andare a vedere proprio utilizzando il Web? Ma, soprattutto, nell'era della comunicazione digitale e dei social media, le fiere sono ancora così prioritarie? E ancora: il futuro è in Web-fiere accessibili solo via Internet? Ma questa è un'altra storia (per un altro post).
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