giovedì 1 aprile 2010

La gentile arte della semplicità

L'importanza delle piccole, semplici cose. Quando ero in agenzia, sottolineavo sempre a colleghi e colleghe l'importanza di fare bene le cose apparentemente più elementari, più veloci, più scontate. E' inutile passare ore a valutare se la notizia del comunicato stampa è stata espressa in modo perfetto se poi si sbaglia a mandare la mail con cui lo stesso documento arriva al giornalista di riferimento. Allo stesso modo, per gli eventi si facevano interminabili riunioni per stabilire se il "taglio" dell'invito fosse perfetto per poi mandarlo (sempre bellissimo, creativo, colorato) solo pochi giorni prima della data prefissata. L'approccio doveva essere quello di mettersi nei panni dell'altro, di chi riceve i nostri documenti, di chi viene ai nostri eventi, di chi guarda il nostro sito Internet. Pensare semplice. Se le immagini non sono incredibilmente creative non sarà un danno, ma se c'è un errore di grammatica o un refuso (maledetti correttori automatici) questo avrà un impatto notevole sulla percezione del nostro lavoro (e del brand, ovviamente).

Un esempio semplice: c'è da distribuire il materiale per una conferenza stampa ai giornalisti, qual'è la soluzione migliore? Gli approcci sono spesso molto estremisti: o si danno cartelline con 50 fogli, Cd, chiavette USB e gadget giganteschi praticamente "non trasportabili" oppure due striminzite paginette di comunicato stampate in b/n. La regola, per me, è sempre quella: "mettiti nelle scarpe" (spesso coi tacchi) di chi deve avere e poi utilizzare quel materiale. Uno o due comunicati stampa cartacei con le notizie "vere" (dove si possono prendere anche appunti in velocità) e un supporto digitale dove trovare gli stessi documenti (copiaeincollabili, ça va sans dire), immagini, video e altre cose. Il gadget ci può essere ma non deve essere ingombrante, sull'utilità non mi esprimo (ci vorrebbe un post dedicato). L'importante è che tutti abbiano le stesse cose, fatte allo stesso modo. Cioè, bene.

Una delle mie regole è sempre stata quella di realizzare "in casa" i supporti digitali, se possibile. Si, è semplice masterizzare un CD o salvare file su una chiavetta USB ma tu, e solo tu, sai "dove far trovare i file giusti". Semplificare la vita a chi lo darai con poche, semplici operazioni. Bene. Ho trovato una giornalista che rientrava da una prestigiosa fiera all'estero: dopo i saluti e i baci, mi dice che durante un media event le hanno dato un CD "sbagliato" (documenti che non si riferivano per nulla a quell'evento) e che ha dovuto ricontattare l'azienda per farsi mandare i file giusti. Quell'evento è stato gestito da una persona che conosco, con 15 anni di esperienza. Che ha dimenticato di fare bene le cose semplici. "In ogni arte la semplicità è essenziale" diceva Schopenhauer. Sottoscrivo.

2 commenti:

  1. Condivido in pieno. Il diavolo sta nei dettagli, e anche l'estasi peraltro. Questo post sarebbe perfetto per www.commonsensedispenser.com :-)

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  2. Grazie Alessandra. "Il diavolo sta nei dettagli" poteva essere un ottimo titolo. Se vuoi utilizzarlo come guest post non c'è nessun problema. Anzi, sarebbe un onore!

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