martedì 14 settembre 2010

Consigli per le fiere

Delle fiere e della loro utilità ho parlato più volte, non sempre con grande entusiasmo (per esempio qui). La visita al SANA, il salone internazionale del naturale, mi ha dato qualche spunto in più. Per chiunque vi avesse partecipato negli anni scorsi, come me, appariva chiarissima una cosa: un cambiamento di rotta evidente nell'organizzazione. Tutta la parte legata al wellness e al relax (ricordo ancora gli innumerevoli stand che proponevano "bagni di fieno") è stata ridotta al minimo per concentrarsi, anema e core, sul tema "bio". La scelta, evidente, è stata fatta per ottenere una presenza magari meno ampia ma più specializzata. Fatto che dimostra la vitalità della fiera, mentre altre sonnecchiano ancora sui fasti dei tempi che furono (gli esempi sono molteplici).

C'è un altro lato della medaglia, come sempre. L'Italia è leader a livello europeo nel settore del biologico (insieme alla Spagna) e occupa l'ottavo posto nel mondo per quanto riguarda la superficie coltivata. In più, è al primo posto in Europa per numero di aziende che hanno scelto il "bio" (qui si trovano maggiori informazioni a riguardo). Tuttavia, se ognuno di noi entra in un centro commerciale italiano, trova ancora un ristretto numero di questi prodotti (non superano i 350) rispetto, per esempio, a uno francese (dove ne possiamo trovare 3.000). In più, produciamo tanti prodotti biologici ma, nella nostra spesa, rappresentano solo il 3% dei prodotti (in Germania, la percentuale sfiora il 20%). Perché? Si tratta di un mercato che in Italia si sta sviluppando grazie al lavoro di piccoli imprenditori, di cui tantissimi sono donne e giovani. Microaziende fatte di entusiasmo e volontà ferrea che vendono direttamente i loro prodotti. Una situazione che al SANA appariva chiarissima: tanta passione, poco business.


Ha senso per una microimpresa sostenere i costi di una fiera del genere? Tanti stand, tutti piccoli e molto simili tra loro, non hanno attirato la mia attenzione. Con qualche bella eccezione. L'Acetificio Mengazzoli, insieme a un'altra azienda (Sommariva), ha realizzato uno spazio espositivo molto particolare, che si chiama CAVE (nella foto sotto). Si tratta, appunto, di una specie di galleria, in legno (la struttura ricorda una barca rovesciata), dove si può entrare dai due lati, quello dell'aceto e quello dell'olio, per "ritrovarsi nel mezzo in un posto ideale per condire, ad esempio, un'insalata" (come mi ha detto Elda Mengazzoli durante una piacevolissima chiacchierata). Un'idea nuova, nata dal connubio tra due aziende attive in territori diversi (Mantova e Savona) che vogliono comunicare le proprie eccellenze con un percorso particolare. Una dimostrazione di innovazione, di inventiva e di passione, al tempo stesso.
 


Non c'è dubbio che le due aziende abbiano investito più risorse di molte altre presenti al SANA ma, appena uscito, io mi ricordavo di loro e di pochi altri (la Palm, con i suoi arredi realizzati con i pallet). Non è questo l'obiettivo di andare a una fiera? Se un'azienda vuole andarci con il solito stand e le solite idee, forse c'è un modo migliore per investire quei soldi. Per esempio, come è messo il sito Internet? Le aziende che ho citato hanno tutte portali fatti molto bene, che ho consultato appena rientrato in ufficio. Non è un caso, si chiama comunicare bene. 
  
Foto di Gaia Damiani (che ringrazio)

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