Due argomenti di perenne attualità: l'inazione di una Pubblica Amministrazione sempre più lontana dai cittadini e l'invisibilità di alcune categorie di lavoratori, in primis quelli autonomi, lasciati allo sbando da una normativa e una classe politica inadeguata. Sì, lo sappiamo tutti, ormai sono luoghi comuni, triti e ritriti. Perché parlarne? Perché se non lo facciamo noi, cittadini e lavoratori autonomi, non lo fa nessuno. Nonostante l'indifferenza delle amministrazioni a questo tipo di problemi, ci sono persone che non si arrendono. Anzi, si mettono insieme, riflettono sulla situazione e prendono delle coraggiose iniziative. Se porteranno a qualcosa di concreto non lo so. Ma intanto le persone si muovono, reagiscono, parlano, producono idee e proposte. Due esempi recenti? Il Manifesto dei lavoratori autonomi di seconda generazione dell'ACTA (già pubblicato) e il Manifesto per l'Open Government, nato dall'iniziativa di alcuni brillanti professionisti che hanno deciso di mettersi insieme (in divenire).
Il primo manifesto è nato per dar voce ai "lavoratori professionali autonomi, flessibili e indipendenti, che stanno a fianco delle imprese e della Pubblica Amministrazione quando serve, garantendo ogni giorno un contributo all’innovazione, alla creatività e alla diffusione della conoscenza". Basta singole lamentele sui tanti singoli problemi che lavoratori diversissimi devono affrontare ogni giorno (che non portano a nulla). Ora c'è una voce forte e autorevole, quella dell'ACTA, che tenta, davvero, di cambiare qualcosa. Il secondo manifesto è nato in modo diverso, creando de facto un associazione di "addetti ai lavori" (mentre l'ACTA esiste già da anni), ma con finalità molto simili in termini di iniziativa, non aspettando più "le risposte della politica ma intervenendo direttamente creando una base comune di partenza valida per tutti quelli che hanno a cuore l’innovazione del nostro Paese". Una particolarità? Il manifesto per l'Open Government aspetta di ricevere un nostro contributo, strizzando l'occhio al crowdsourcing. Una bella idea.
Sono due esempi di proposte "dal basso", provenienti da professionisti con competenze ed esperienze pari (se non superiori) a coloro che dovrebbero agire e legiferare all'interno delle amministrazioni. L'obiettivo è quello di puntare a una vera e reale innovazione "facendo gruppo", coinvolgendo persone che si sono scontrate ogni giorno con problemi apparentemente non troppo complessi ma, di fatto, irrisolvibili a causa della burocrazia. E che si sono svegliate, hanno preso l'iniziativa. I politici che si scannano in prima serata e che poi vanno a mangiare insieme, al sicuro con i loro stipendi spropositati, lasciamoli là. Il loro finto teatrino non ci interessa. Noi non abbiamo tempo da perdere.
(foto credits: www.mentecritica.net)
Nessun commento:
Posta un commento