Con Ecomondo a Rimini ho chiuso il "giro di fiere" che mi ero prefissato di fare nel 2010 (con l'eccezione di Smau, saltato all'ultimo momento per motivi di lavoro) per tastare il polso degli eventi fieristici italiani e valutare il loro stato di salute in termini di capacità di fare comunicazione e fare business. Si che che il momento della fiera per una PMI italiana riveste un'importanza prioritaria a livello di investimenti in marketing e comunicazione: per questo volevo farmi un'idea precisa se nel 2010 questo investimento "valga la candela". Da Solarexpo/Greenbuilding (settore rinnovabili), SANA (settore alimentazione biologica e benessere) e SAIE/SAIEnergia (settore costruzioni ed edilizia sostenibile) ho avuto indicazioni utili, che ho avuto modo di discutere con addetti ai lavori anche a Ecomondo.
La mia piccola analisi si è basata non solo su dati oggettivi ma anche sull'atmosfera che si respirava negli stand di fiere che avevo visto anche negli anni scorsi. Bene, l'esito è che la fiera non è più un momento di business ma di confronto e analisi del settore. Pochissimi biglietti da visita sono realmente interessanti per vendere i prodotti, è meglio fare tutto via mail durante il resto dell'anno: più facile, più veloce e più economico. Allora perché un'azienda partecipa a una fiera? Per tradizione e perché ci è sempre andata, perché raramente trova clienti di una certa importanza. Invece è verissimo che si tratta di uno dei pochi momenti in cui tutti i principali addetti ai lavori in Italia si trovano riuniti, hanno modo di parlare e di discutere. Il tutto si risolve in una gran mole di informazioni per intuire dove sta andando il loro settore, una forma di benchmarking semplificato, magari inconsapevole ma assai utile per annusare dove va il vento del mercato. Un'analisi seria di queste chiacchiere darebbe probabilmente risultati più utili rispetto alla tradizionale verifica dei vari indicatori (spesso di qualche anno precedente).
Il gioco vale la candela? Investire 50.000 Euro per partecipare a una fiera rende poi in termini di vendite? Se tiriamo fuori il tanto decantato ROI, specialmente per una PMI, la risposta è no. Ma se calcolassimo un ROI in termini di idee per nuovi progetti e prodotti, il discorso cambierebbe. Faccio un esempio. Quasi sempre, in queste fiere gli addetti ai lavori parlavano solo ad altri addetti ai lavori. Nel settore ambientale, la differenza tra un pannello solare termico e uno fotovoltaico non viene specificata, viene data per scontata. Ma questo approccio si traduce poi in una carenza a livello di comunicazione ambientale se dobbiamo rivolgerci anche a dirigenti pubblici, imprenditori di altri settori, cittadini e studenti, i quali hanno bisogno di essere "formati" su queste cose. Chi ci pensa?
In fiera ho così scoperto, per esempio, il sito Novambiente, creato dal consorzio Ente di Bacino Padova 2 (addetti ai lavori) per approfondire i temi legati alla normativa ambientale e alle ecotecnologie. Nato per rivolgersi ai professionisti del settore, si è evoluto per dare visibilità alle principali notizie legate all'ambiente e per dialogare con i propri utenti in modo semplice. Una bella idea, senza dubbio, che ho scovato in fiera e che mi ha portato a fare delle riflessioni in merito. Ah, quasi dimenticavo: a Rimini non ho trovato clienti. Teorema confermato.
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