lunedì 14 marzo 2011

I dipendenti pubblici che fecero l'impresa*

La pubblica amministrazione è piena di persone di grande talento. No, non si tratta di un lapsus e non mi sono nemmeno bevuto qualche birra prima di scrivere questo. Ho lavorato dentro a un ente pubblico, ho collaborato con comuni e provincie da fuori come consulente, ho un'ampia esperienza sul campo. E persone validissime per competenza ed esperienza ne ho trovate parecchie. Il problema più grosso è che, riflettendo perfettamente le caratteristiche del Paese dove viviamo, gli enti pubblici non sono per nulla meritocratici. Non c'è alcun incentivo pratico nel fare qualcosa in più perché non si ha alcun vantaggio pratico. Anzi, spesso sono proprio i colleghi che mettono i bastoni tra le ruote chiedendoti "ma chi te lo fa fare?" e facendo pressioni per mantenere uno status quo di inazione di cui poi si possono lamentare alla macchinetta del caffè. Ma ci sono eccezioni, grazie a Dio.

Sono stato al convegno/camp OpenPA 2011 a Bologna (qui la pagina su Facebook) e ho assistito alla presentazione del progetto realizzato dalla Regione Piemonte: un portale "open data" (tema che mi interessa molto e di cui ho già scritto qui e qui), un sito dove l'amministrazione piemontese mette a disposizione dei cittadini tutti i dati a sua disposizione. "Gli enti pubblici dove lavoriamo hanno quantità mostruose di informazioni. In più, noi siamo già pagati per condividerle coi cittadini. E abbiamo deciso di farlo" ha detto Anna Cavallo, una delle responsabili di CSI Piemonte nonché brillantissima oratrice. L'aspetto innovativo non finisce qui. Le informazioni sono tutte "open by default" (accesso senza restrizioni, ossia una policy che ribalta il concetto di accesso ai dati, il quale deve essere sempre libero tranne quando riguarda aspetti legati alla privacy e alla sicurezza) e hanno una licenza Creative Commons (come il blog dove sto scrivendo) ma di tipo "CC0", cioè si possono utilizzare liberamente per qualsiasi finalità (compresa quella commerciale!). Rivoluzionario. Qui c'è il portale e qui sotto c'è la presentazione integrale (senza la voce e la verve di Anna Cavallo, purtroppo).
Dati liberi, disponibili, per qualsiasi utilizzo. Non stupisce che la Regione Piemonte sia stata la prima e unica in Italia ad aver fatto un progetto del genere fino ad ora. Hanno capito quanto possa essere importante il riutilizzo delle informazioni (dati non strutturati, generati spesso per altri scopi) per lo sviluppo economico e sociale di un territorio, principio promosso anche dall'Unione Europea e già sviluppato dall'Amministrazione Obama negli Stati Uniti con il portale Data.gov. I dati ci sono già, bisogna trovare un modo per mandarle fuori dagli uffici degli enti pubblici e utilizzarli nuovamente per promuovere dei progetti, ossia "l'informazione come infrastruttura" citata dal Manifesto per l'Open Government (a cui ho dato il mio, piccolissimo, contributo). In Piemonte ci sono riusciti e questa è già una bella lezione per le altre 19 regioni italiane. In più, faccio notare che la presentazione di questo progetto, brillante e molto efficace, è stata fatta da due donne. Un'altra lezione, altro che "quote rosa".


(l'immagine iniziale è stata creata da Wordle con l'URL del portale piemontese) 

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