giovedì 29 settembre 2011

La mia vita "sociale" va in analisi

Da qualche giorno ho un profilo Twitter (come vedete dai bottoncini qui a destra). La mia reticenza non era motivata tanto da problemi dello strumento in sé, dati i numerosi giudizi positivi che mi sono dati dati da amici, da addetti ai lavori e da professionisti con cui mi sento. Le perplessità erano motivate dal fatto che il tempo materiale che posso dedicare alla mia vita online non è, di fatto, espandibile per cui aggiungere un altro profilo ai numerosi esistenti non mi sembrava una bella idea. Dopo attenta riflessione e pareri illuminati mi sono deciso: mi trovate a cinguettare qui. Abbiate pazienza se faccio qualche errore su hashtag e retweet, sono un neofita dello strumento e lo ammetto candidamente.

Questa occasione mi ha portato a decidere di riorganizzare (parola che odio) gli strumenti sociali che utilizzo, soprattutto per fini professionali: parlare di argomenti interessanti, avere spunti e idee, trovare potenziali clienti. Per questo, utilizzerò il mese di ottobre come banco di prova per vedere quali strumenti funzionano e quali no. Come dicevo, sono un essere umano, le mie ore sono limitate, non sono un guru con il dono dell'ubiquità "social". Si tratta di un esperimento su me stesso, valido solo per me ma che spero possa essere utile per condividere esperienze, vantaggi, problematiche e prospettive con altre persone. Ad oggi, la mia vita sociale vede un'intensa attività su Facebook, LinkedIn, Google+, Friendfeed e Twitter, con presenze non regolari su YouTube (da creatore di contenuti, come utente sono attivissimo), Slideshare (le presentazioni sono lunghe da fare) e Quora (l'entusiasmo iniziale è velocemente scemato).

Devo ammettere che, da professionista specializzato nella comunicazione B2B, la mia vita "sociale" mi ha portato benefici a livello di relazioni (numerose con persone molto competenti in vari settori), di formazione e di aggiornamento sulle ultime novità. A livello di nuovi clienti, solo LinkedIn mi ha portato, ad oggi, risultati concreti. La mia sensazione è che per professionisti e PMI non ci sia, ad oggi, un Social Business Network adatto a soddisfarne le necessità, un posto dove le aziende e i professionisti possano avere un loro spazio dedicato per comunicare, farsi trovare, aggregarsi e vendere. I Social Network sono nati per le persone e questa caratteristica, penso, non potrà mai essere cambiata (l'unica parziale eccezione è Xing, che però non ha sfondato completamente). "L'elenco del telefono aumentato" su Internet ce l'abbiamo, anzi ne abbiamo parecchi e di forme diverse. Ci mancano le "pagine gialle aumentate" per trovare liberi professionisti e imprese, sapere cosa fanno, parlarci insieme. Se ci fosse qualche sviluppatore all'ascolto o qualcuno che ci ha già provato, batta un colpo. 

Ci sentiamo tra un mese, quando uscirò dal mio esperimento di riorganizzazione della vita sociale online. Anche perché, avendo quasi due figli, quella reale è molto limitata.

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